Questi sono i 10 virus respiratori da temere per il futuro: se si sviluppano in una nuova pandemia possono fare danni gravissimi.
Il Covid-19 ci ha insegnato a non sottovalutare i virus respiratori, ecco perchè è bene conoscere quali sono, attualmente, i 10 virus respiratori che potenzialmente potrebbero causare una nuova pandemia. Vediamoli tutti.
I 10 virus respiratori da temere
Recentemente è stata resa nota la bozza del nuovo Piano pandemico del governo Meloni, che specifica le azioni da attuare in caso si verificasse una nuova pandemia. Il Piano contiene tantissime indicazioni, e tra le altre sezioni c’è anche quella che identifica i virus che potrebbero essere “la causa più probabile” di una futura, nuova pandemia. Sono 10 i virus respiratori identificati come potenzialmente pandemici, e non sono spuntati dal nulla: l’OMS li aveva già individuati come “esempi di patogeni con maggiore potenziale pandemico”, che “possedendo una maggiore capacità di mutabilità genetica, possono evadere più facilmente un farmaco o un vaccino, e hanno una maggiore possibilità di diffusione e patogenicità”.
I dieci gruppi virali comprendono patogeni già noti alla scienza, e per alcuni di loro esistono già dei vaccini. Altri sono virus già eradicati (come il vaiolo), ma per tutti loro è “necessario prepararsi in caso di riemergenza naturale, rilascio accidentale o deliberato del virus vivo o creato attraverso tecniche di biologia sintetica. I gruppi sono: adenovirus, coronavirus, enterovirus, henipavirus, orthomyxovirus, orthopoxvirus (vaiolo), paramyxovirus, respirovirus, rhinovirus e rubulavirus. Per ciascuno di essi il Piano pandemico descrive alcuni patogeni noti e quali potrebbero causare maggiori danni.
Il nuovo Piano pandemico del governo
Il nuovo Piano Pandemico del governo Meloni sarà valido dal 2024 al 2028 ed entrerà in vigore solo se si scatenerà una nuova pandemia, ma la sua realizzazione è necessaria per riuscire, in caso di una nuova pandemia, a gestire al meglio l’intera situazione. Il governo specifica che “la realizzazione di un piano per la preparazione e risposta a potenziali pandemie rappresenta una sfida importante che affonda le sue radici nell’impossibilità di prevedere quando, da che origine e quale tipo di patogeno respiratorio potrà essere responsabile della prossima pandemia”.
Nel Piano vengono identificate quattro fasi per severità d’impatto della malattia. Il primo stadio prevede misure quali igienizzazione delle mani, tracciamento dei contatti, mascherine per i sintomatici, pulizia delle superfici, miglioramento dell’aria e isolamento di individui potenzialmente infetti. Il secondo stadio adotta, in più, l’annullamento degli eventi di massa, mentre la terza fase prevede l’aggiunta dell’uso delle mascherine per tutti, la chiusura delle scuole e delle Università.
Infine, la quarta fase, definita “straordinaria”, prevede le stesse misure precedenti più la chiusura dei luoghi di lavoro e le restrizioni sui viaggi e sugli spostamenti.