L’OMS lancia l’allarme psittacosi, la malattia del pappagallo. Ecco perchè l’OMS è preoccupato: sono morte già 5 persone.
Nell’ultimo periodo i casi di psittacosi registrati dall’OMS sono aumentati, e finora i decessi sono stati ben 5. L’OMS ha deciso di diramare un allarme preventivo: ecco in cosa consiste la malattia e perchè non dovrebbe essere sottovalutata.
Allarme psittacosi
La psittacosi è conosciuta anche come “ornitosi” o “malattia del pappagallo”, poichè colpisce principalmente pappagalli e canarini. Si tratta di una malattia causata dal batterio Chlamydia psittaci, che predilige gli uccellini esotici come ospiti, ma che può trasmettersi anche da cani, gatti, pecore e bovini. Il problema segnalato dall’OMS però riguarda l’uomo, poichè sono aumentati i casi registrati di trasmissione della malattia all’essere umano da parte degli uccelli.
Gli esperti dicono che la trasmissione da uomo a uomo è possibile, anche se rara, perchè il contagio avviene tramite contatto diretto con urine, feci, uova o piume di volatili infetti. Il problema di questo batterio è che è parecchio resistente, e riesce a sopravvivere anche all’aria aperta e rimanere attivo per mesi interi.
Le caratteristiche della malattia
La psittacosi ha un periodo di incubazione che va da 1 a 3 giorni, e nell’uomo si manifesta con raffreddore o influenza, febbre, tosse, cefalea e brividi di freddo nei casi più lievi, mentre ha gli stessi sintomi della polmonite nei casi più gravi. Per questo, può causare difficoltà a respirare, dolori, intolleranza alla luce, macchie, nausea, vomito e perdita di appetito. Nella maggior parte dei casi la malattia dura 1 o 2 settimane, ma in alcuni casi molto gravi può essere anche mortale: dipende tutto dall’organismo della persona che si ammala.
A preoccupare l’OMS sono stati proprio i casi terminati con il decesso dei pazienti, che ad oggi sono stati 5. Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 i casi di psittacosi sono aumentati, soprattutto tra novembre e dicembre, a causa di contatti con uccelli sia selvatici che domestici. In Italia il contagio è molto sporadico, ma chiunque abbia volatili in casa deve tenersi lontano dal contatto diretto con loro. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit ha dichiarato che “è una malattia comunque rara alle nostre latitudini ma si trasmette per via respiratoria, il contatto però delle mani con il volatile è un rischio da non correre”.
Quindi, bisogna fare particolarmente attenzione ai bambini e ai parchi pubblici, dove entrare in contatto con gli uccelli è molto più semplice, e a insegnargli a non toccare in nessun modo piccioni e altri uccelli, anche se carini e simpatici.