Allarme sanità: il 5 dicembre 2023 è confermato lo sciopero degli infermieri e dei medici, i quali, indossando i camici bianchi, manifestano il loro dissenso nei confronti dei tagli imposti dal governo.
Il 5 dicembre, gli ospedali hanno vissuto momenti di turbolenza a causa dello sciopero proclamato da medici e infermieri in risposta alle misure di riduzione del budget sanitario imposte dal governo Meloni. Il personale sanitario, indossando i camici bianchi, ha deciso di incrociare le braccia non solo come atto di solidarietà contro i tagli alla sanità, ma anche per esprimere il proprio dissenso nei confronti del piano governativo che minaccia di ridurre le pensioni per i lavoratori del settore.
Disagio negli ospedali
In questo contesto, le strutture sanitarie stanno facendo del loro meglio per garantire il rispetto dei servizi pubblici essenziali, concentrandosi in particolare sui servizi di emergenza e pronto soccorso. Ma è probabile che ci siano interruzioni e sospensioni delle attività prenotate e programmate, a seguito della partecipazione al movimento di protesta.
Il 5 dicembre non segnerà la fine delle mobilitazioni, poiché le rappresentanze degli operatori sanitari hanno già annunciato ulteriori scioperi e manifestazioni. Piero Di Silverio di Anaao-Assomed, il sindacato dei camici bianchi, ha espresso la sua insoddisfazione affermando che, nonostante le promesse di un emendamento sulle pensioni per i lavoratori del settore, non si è ancora visto alcun progresso concreto.
L’evento di protesta principale è previsto a Roma, dove a partire dalle 11:30 a piazza Santi Apostoli si terrà un sit-in organizzato da Anaao, Cimo-Fesmed e Nursing up. La manifestazione vedrà la partecipazione attiva di medici, infermieri, ostetriche e altre figure professionali del settore sanitario.
In un comunicato congiunto, Piero Di Silverio (Anaao – Assomed), Guido Quici (Cimo-Fesmed) e Antonio De Palma (Nursing up) hanno ribadito la necessità di difendere la sanità pubblica, denunciando le manovre economiche che ignorano le esigenze dei professionisti della salute e mettono a rischio i loro diritti acquisiti.
Allarme sanità in Italia
L’ultima versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede una significativa riduzione dei posti letto per terapia intensiva entro giugno 2026, passando da 7.700 a 5.992 posti. Inoltre, sono previsti tagli all’edilizia sanitaria, mentre aumenta la quota di pazienti che dovranno essere assistiti tramite telemedicina, passando da 200mila a 300mila. L’entrata in funzione di oltre 3mila nuove apparecchiature diagnostiche è stata rinviata di due anni, dal 2024 al 2026.
Il sostegno allo sciopero dei medici arriva anche dal Partito Democratico (PD) e dalla CGIL, che criticano le modifiche al PNRR e condannano la stretta sulle pensioni del personale medico e statale. Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria nazionale del Partito Democratico, ha dichiarato che le modifiche apportate dal governo al PNRR sollevano grandi interrogativi, evidenziando la riduzione di Case e Ospedali di Comunità senza garantire alternative di finanziamento.
La situazione della sanità italiana è allarmante: oltre alla carenza di personale medico e infermieristico, la fuga dai corsi di Medicina è in aumento. Per affrontare la crisi del personale, la sanità si sta orientando verso medici privati e sta pianificando il reclutamento di 65mila infermieri indiani.