Essere single potrebbe non essere così vantaggiosa, e secondo l’analisi economica in questione andare a vivere da soli in Italia, potrebbe riservare conseguenze non per tutti piacevoli.
Andare a vivere da soli è il sogno d’indipendenza di molte persone, e purtroppo non sempre può essere raggiunto, almeno non senza sforzi. L’aumento del livello dei prezzi dovuto all’inflazione è un guaio, e i cittadini potrebbero davvero dover fare i conti a sforzi disumani per arrivare a fine mese. Da qui, si analizza l’andamento dei single, e quanto costa in Italia vivere da soli.
Si dice che solo chi sa stare bene con sé stesso, possa essere felice in una relazione amorosa, e probabilmente è così. Il punto è che ad oggi riuscire ad essere single e benestanti è difficile anche se si ha un lavoro. L’amore non c’entra nulla con la materialità, ma se c’è un ostacolo con il quale molte persone devono fare i conti, è proprio arrivare a fine mese con le proprie sole forze. Senza uno stipendio costante e sicuro, come si può pagare affitto e bollette?
Senza dimenticare che ci sono anche le spese per il fabbisogno quotidiano e tutto ciò che concerne situazioni inaspettate, come gli imprevisti che a volte gravano in modo ben peggiore e all’improvviso. Così, secondo una stima in base ai dati che si posseggono, si cerca di capire qual è l’ammontare medio in Italia.
Quanto costa andare a vivere da soli in Italia? Analisi economica
Appurato che i single paghino di più rispetto alla coppia, adesso bisogna capire quanto è la somma totale. L’inflazione è il danno più grosso, aumenta il livello dei prezzi in maniera costante, senza garantire un aumento di stipendi e pensioni laddove è necessario. Al contempo, le crisi internazionali, come anche la recessione tedesca, sono un pugno allo stomaco per un’Italia bloccata dalla stagnazione e dalla mancanza di prospettive future. Quanto costa andare a vivere da soli?
La città in cui si vive, la casa scelta e lo stile di vita certamente condizionano l’ammontare mensile, ma di certo se c’è una dinamica comune, è proprio quella del livello dei prezzi estremamente alto. Non esiste più un luogo economico. Di certo, ciò che pesa di più è l’affitto, anche a causa degli ultimi rincari che hanno portato i locatori ad aumentarli. Se uno stipendio medio per il single è di 1200 euro massimo 1500 euro, riuscire a farcela sta diventando estremamente complesso.
Perché se non si tira la cinghia, da minimo 780 euro, si potrebbe facilmente sforare a 1300 euro circa di spese mensili, lasciando una parte di risparmio così ridicola, da spaventare sulle previsioni future. Su un anno una persona single dovrebbe avere un guadagno tra 14 mila e 18 mila euro, stringendo i denti, altrimenti rischia di non arrivare a fine mese.
Ovviamente, gli stessi dati ISTAT rivelano che alcune Regioni sono molto più care di altre, poiché il costo della vita è maggiore dato che si tratta di contesti in cui c’è più lavoro. Se le persone ci vanno per questo, ma di base non posseggono molto, ecco che si esaurisce un cane che “si morde la coda”, non ci comunque molte risorse. Come già accennato, l’inflazione poi ha aumentato tutto anche laddove la vita costava già un po’.
Bolzano ha l’inflazione più alta a +2,5%, seguono Siena e Macerata con +2,2%, e Trento con +1,8%. Ancora rispettivamente al +1,7%, 1,6% e 1,5% ci sono Rimini, Treviso e Padova con lo stesso ammontare, poi Parma, Pordenone e Ferrara, uguali, e per ultima Imperia.
Se si decide di andare a vivere da soli bisogna avere come risparmio sempre una buona parte per coprire le spese e avere un fondo di sicurezza, anche perché la maggior parte dei locatori chiedono una se non due caparre. Se poi si deve aggiungere anche la rete internet o altre spese per le utenze, più o meno si raggiunge una somma di partenza tra i 4 mila e gli 8 mila euro. Ovviamente, includendo anche le caparre, ma comunque deve esserci almeno questo margine di sicurezza.
L’affitto di base parte dai 400 fino a giungere ai 1000 euro circa nella maggior parte delle città per un monolocale, bilocale o trilocale. A cui si aggiunge la caparra che serve per coprire possibili danni ed è una garanzia per il proprietario se l’inquilino non paga l’affitto ad esempio. Di norma è pari a 2/3 mensilità, se l’affitto è di 800 euro questo deve essere di 1600 o 2400 euro. Generalmente viene restituita alla scissione del contratto, o no se ci sono ammanchi da parte dell’affittuario.
Se poi si contano anche le bollette è chiaro che i costi aumentano o diminuiscono in base alla Classe energetica e al contratto stipulato in seguito alla somministrazione del mercato libero. Anche qui, tutto è molto variabile, ma dalle crisi internazionali come le guerre, si è visto un incremento del gas ed anche della benzina per far rifornimento all’auto.
Insomma, andare via di casa non è più tanto fattibile, specie se il mercato del lavoro rende i giovani non delle risorse, ma dei vuoti da incanalare in una condizione di passività.