Fai molta attenzione ai rimborsi spesa, perchè potrebbero farti perdere la pensione. Ecco cosa dice il Fisco a riguardo.
Una cosa che alcuni pensionati non dovrebbero sottovalutare sono i rimborsi spesa, perchè potrebbero fargli perdere la pensione. Vediamo quali sono i casi in cui questo può accadere, e perchè.
Quota 100, 102 e 103
Ci sono alcune misure di flessibilità pensionistica, nello specifico Quota 100, Quota 102 e Quota 103, che hanno un limite di cumulo tra pensione e redditi da lavoro. Sono proprio i pensionati che percepiscono la pensione grazie a queste misure che devono fare attenzione ad un vecchio interpello secondo cui la pensione può essere sospesa in caso si percepiscano dei rimborsi spesa. Vediamo nello specifico cosa vuol dire.
Con Quota 103 (attualmente attiva) si può andare in pensione a 62 anni di età se si sono accumulati 41 anni di contributi versati, con Quota 102 (attiva solo nel 2022), si poteva andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi, e con Quota 100 (attiva dal 2019 al 2021), si poteva andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi versati. Tutte queste misure, che consentono un pensionamento anticipato, hanno però un vincolo molto importante da rispettare: i pensionati che ne hanno usufruito non possono integrare la pensione con altri redditi da lavoro, con l’unica eccezione per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui.
Attenzione ai rimborsi spesa
Proprio per questa regola, un pensionato può lavorare saltuariamente come professionista per integrare la propria pensione, ma non può superare i 5.000 euro all’anno. Quello che succede a chi supera questo limite o a chi percepisce un reddito da lavoro dipendente, a prescindere dal suo importo, è la perdita del diritto alla pensione. Il cavillo a cui fare molta attenzione sono i rimborsi spesa, perchè anche quelli vengono conteggiati nel cumulo reddituale da lavoro autonomo.
La motivazione di ciò è data dal fatto che quelle spese vengono portate in deduzione dal reddito dallo stesso professionista, e a tal proposito il Fisco sottolinea sul suo portale ufficiale che nel reddito complessivo rientrano “non solo i compensi, ma anche i rimborsi, siano essi per le spese vive che per eventuali rimborsi viaggio e simili”. Bisogna fare quindi molta attenzione a non superare mai il limite di 5.000 euro annui se si continua a lavorare da autonomi dopo la pensione con Quota 100, 102 e 103, e a non percepire mai un reddito da lavoro dipendente, perchè si rischia di non ricevere più la pensione.