Aumenta la cedolare secca per gli affitti brevi: nel 2024 si pagherà di più. Ecco come funziona e cosa cambia per i proprietari.
La nuova Legge di Bilancio 2024 ha cambiato le carte in tavola per chi gestisce gli affitti brevi in Italia, aumentando la cedolare secca, ma non per tutti. Ecco chi sarà interessato dal rialzo, e come funzionerà d’ora in avanti il pagamento della cedolare secca sugli affitti brevi.
Cos’è e come funziona
La definizione che il sito dell’Agenzia delle Entrate dà di cedolare secca è la seguente: “un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile)”. Si tratta quindi di un’imposta, e a pagarla è chiunque stipuli un contratto di locazione in funzione di locatario. I contratti sotto cedolare secca non sono soggetti a imposte di registro e di bollo, ma di contro implicano la rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione, anche quando ad accertare la variazione è l’Istat.
I contratti di locazione possono adottare la cedolare secca sia dall’inizio del contratto, che in corso d’opera, a patto che il proprietario dell’immobile non abbia la locazione dello stesso come esercizio di attività di impresa (ossia che la locazione dell’immobile non sia un business). Anche gli affitti brevi possono essere inclusi nella cedolare secca, purchè rimanga valido lo svolgimento dell’attività in modo non imprenditoriale.
Per rimanere nel raggio d’azione della cedolare secca, i proprietari di immobili che stipulano contratti di affitto brevi, dal 2021 possono farlo solamente nella misura massima di quattro appartamenti. Superata questa soglia l’attività viene considerata come svolta in forma imprenditoriale, e decade anche la possibilità di usufruire della cedolare secca.
Aumenta la cedolare secca
Fino al 31 dicembre 2023 la cedolare secca era fissata al 21%, ma a partire dal 1 gennaio 2024, le cose cambiano. La finalità del Governo Meloni, nell’operare questa modifica, è quella di colpire le case vacanze e le locazioni turistiche, che in Italia aumentano in modo esponenziale, soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Firenze, ecc.
Non devono preoccuparsi delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio i locatari che affittano per periodi brevi solo un immobile, in quanto per una sola casa messa in affitto l’imposta rimane fissa al 21%. Chi invece ha più di un immobile destinato a questa attività, dovrà pagare il 26% dala seconda casa in poi.
Non cambia la modalità di pagamento, che va effettuato sotto forma di acconto in base all’imposta versata nell’anno precedente, entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il saldo del versamento va invece effettuato entro e non oltre il 30 giugno dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento, oppure entro il 31 luglio con una maggiorazione dello 0,40% di mora.