Sembra una storia assurda, ma proprio per l’aver fumato due giorni prima, un utente fermato al posto di blocco, ha subito il seguente esito: gli ritirano la patente senza sconti!
Solo qualche settimana fa la situazione appena descritta sembrava impossibile, ma è approfondendola che saltano fuori dei dettagli sconvolgenti. Chiunque potrebbe essere soggetto a trattamenti del genere. Non ci sono brave o cattive persone, ma le nuove restrizioni del codice della strada sono ben oltre il limite finora immaginato. Si può subire il ritiro della patente al posto di blocco per aver fumato qualche giorno prima?
La questione sta sfiorando l’assurdo, ma è la verità. Nessuno vorrebbe mettersi al volante ubriaco o poco lucido, e intervenire in questi casi è giusto poiché rischiano la vita sia le persone in stato alterato, che il prossimo malcapitato. Fin qui, si è tutti d’accordo. Ma com’è possibile subire un provvedimento del genere se al momento in cui si è al volante si è sani e la positività è riferita a giorni prima? È questo ciò che rende increduli i cittadini.
Come se non bastasse ad essere protagonista dell’episodio è un esponente di spicco del gruppo dei Radicali italiani. Quindi, un personaggio chiave nel racconto, il quale raccoglie dalla sua una grossa fetta di popolazione che “non ci sta”, e non riesce ad accettare le conseguenze del caso.
È il caso di Filippo Blengino Segretario nazionale del gruppo Radicali italiani, il quale non crede ancora ai suoi occhi e non riesce a ricevere forte e chiaro il messaggio del ritiro della patente. Al posto di blocco non c’è stato scampo: il provvedimento ha avuto effetto immediato. Ma come può il test salivare in questione risalire a giorni prima? Non solo positività da “sciroppo per la tosse”, ma la cannabis di giorni prima ha tracciato il suo destino.
Bisogna chiarire un punto, Filippo non era in stato alterato al momento della guida. Infatti, la scorrettezza e l’inadeguatezza del provvedimento, risiederebbe proprio nell’arco temporale in questione. Il Segretario Nazionale del gruppo Radicali italiani era lucido e non sotto l’effetto della cannabis al momento del controllo, ma lo era qualche giorno prima.
Il punto è che prima del test da parte delle forze dell’ordine, non si era messo al volante in stato alterato, quindi non avrebbe disobbedito alla legge mettendo a rischio la vita altrui. È proprio questo il punto che bisogna analizzare. Infatti, l’esponente del gruppo non è rimasto in silenzio, ma avrebbe detto la sua in seguito a quanto accaduto, mediante i social media.
Afferma di essersi “autodenunciato”, dicendo così: “Sabato ho fumato, oggi mi sono messo alla guida e sono andato ad autodenunciarmi”. Lo definisce un atto di “disobbedienza civile”, poiché il su intento è dimostrare l’assurdità della legge. Questa punirebbe i delinquenti alla stregua di chi ne fa un uso responsabile e senza nuocere al prossimo.
Filippo dovrebbe pagare una multa di 6 mila euro, subire il ritiro della patente per 3 anni, e rischia al contempo il carcere, poiché totalmente avverso al provvedimento. Ammette ancora che si batterà contro la suddetta normativa promossa dal Ministro Salvini, perché la definisce ingiusta e incostituzionale.