Quali sono gli sviluppi per coloro che hanno già aderito al mercato libero e cosa ci riserva nel 2024 per quanto riguarda le bollette? Scopriamo le modifiche rispetto al biennio 2021-22 e tutte le informazioni pertinenti.
La transizione dal mercato regolamentato a quello libero, per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica e gas, continua a essere un argomento di discussione. Sorge preoccupazione per i potenziali costi nel 2024, ma i dati forniti da Arera invitano a una riflessione. Si osserva, infatti, un aumento generale delle spese per coloro che hanno già scelto il mercato libero, un’andamento statisticamente contrario a quanto riscontrato in passato.
Bollette: il rischio di aumenti
La disinformazione rappresenta un ostacolo significativo per gli italiani, responsabilità che ricade sia sui cittadini stessi che sulle istituzioni. Facile.it ha evidenziato come il 75% della popolazione abbia scarse o nulle informazioni riguardo al passaggio dal mercato regolamentato a quello libero. Molti ignorano la differenza e non hanno nemmeno consapevolezza del tipo di contratti di fornitura attualmente in vigore.
Ma il momento del passaggio è imminente, programmato per il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo aprile dello stesso anno per l’elettricità. Il rischio tangibile è che le bollette raggiungano livelli pericolosi, mettendo a dura prova le capacità di risparmio degli italiani.
Non sono state concesse proroghe dal governo di Giorgia Meloni, e per 4,5 milioni di famiglie italiane la scelta è inevitabile. Questo rappresenta il 50% della popolazione, mentre l’altra metà non sarà coinvolta nel processo. Questa è un’informazione spesso ignorata e merita attenzione. Metà dei nuclei familiari non dovrà preoccuparsi, soprattutto se presentano soggetti con più di 75 anni o individui vulnerabili a causa di disabilità. Inoltre, le condizioni economiche, se indicano uno stato di indigenza, escluderanno automaticamente l’obbligo di passare al mercato libero.
Quanto costerà di più con il mercato libero
I dati di Arera sono chiari: il passaggio al mercato libero non è conveniente. Una notizia sconfortante, considerando che metà degli italiani non ha alternative. Le statistiche indicano che solo il 5% ha speso meno nel 2023 rispetto al mercato regolamentato, mentre il 95% paga di più. Questo rappresenta una sorpresa, considerando il trend positivo degli anni precedenti, con risparmi fino al 30% tra il 2021 e il 2022.
La domanda ovvia è se convenga effettuare il passaggio. La risposta è negativa per il 50% che non è obbligato a farlo. Per gli altri, la scelta è limitata.
Ma considerando un passaggio oggi con un contratto a prezzo fisso, potrebbe ancora offrire vantaggi. Sarebbe opportuno cercare di allineare la spesa con quella del mercato regolamentato. L’obiettivo sarebbe rimanere al di sotto della soglia, ma anche una lieve differenza sarebbe accettabile.