A breve non ci sarà più il segreto salariale. Nel mondo del lavoro si potranno conoscere gli stipendi dei colleghi.
Se fino a oggi si poteva stare tranquilli riguardo la privacy sul proprio compenso, a breve vedremo cadere il cosiddetto segreto salariale. La busta paga di ciascun lavoratore sarà quindi resa visibile ai suoi colleghi. Ma da dove arriva questa idea e perchè si è deciso di metterla in atto? Scopriamolo insieme.
Se l’italiano medio dovesse rispondere a una simile domanda, probabilmente la risposta quasi univoca sarebbe “no”.
Molti lavoratori infatti lamentano una disparità di trattamento economico in azienda, nonostante gli studi, l’esperienza e l’anzianità sul posto di lavoro. Tante volte si vede prediligere un collega che ha agganci migliori, ma non solo.
In Italia purtroppo molte posizioni vengono ricoperte da persone che passano per vie preferenziali. Inoltre nonostante i progressi a livello di uguaglianze sociali, è ancora molto sentita la disparità di genere sul lavoro e si stima che una donna guadagni in media tra il 13 e il 15% in meno di un collega uomo con pari competenze.
In realtà il problema non è solo nel nostro paese, motivo per cui a Bruxelles si è discusso per cercare di risolvere il problema della disparità salariale. In questo modo tutti i datori di lavoro dovranno prendere provvedimenti per adeguare le retribuzioni dei dipendenti a parità di livello, senza favoreggiamenti. L’abolizione del segreto salariale è il passo fondamentale affinché questo possa diventare realtà.
Per quanto riguarda il nostro paese, la strada da percorrere è ancora tanta ma no eccessivamente. Questo nuovo obbligo che riguarderà tutta l’Europa, dovrà essere convertito in legge nel nostro paese entro la data del 7 giugno 2026.
Grazie a questa nuova misura ciascun lavoratore potrà chiedere e ottenere informazioni sulla propria retribuzione e far richiesta anche per conoscere il compenso dei propri colleghi a parità di livello.
Il datore di lavoro è quindi obbligato a fornire la documentazione richiesta entro e non oltre 2 mesi dalla domanda. In caso di informazioni incomplete o non precise, ciascun lavoratore avrà il diritto di rivalersi chiedendo chiarimenti.
A seguito di questo provvedimento nessun dipendente potrà rifiutarsi di far sapere ai propri colleghi l’importo della sua busta paga. In questo modo si spera di porre fine alle disparità in ambito lavorativo, siano esse di genere che di favoritismi.