L’Antitrust ha avviato dei controlli molto stretti per alcune grosse compagnie. Per quale ragione lo ha fatto?
Il carburante sta diventando sempre più difficile da comprare per tutti quanti noi. I costi si sono alzati molto velocemente, costringendo le persone a dover fare attenzione ai prezzi e alle stazioni di benzina in cui rifornirsi. Sembrerebbe un problema senza soluzione, ma l’Antitrust è convinto che ci sia qualcosa che non vada con le principali compagnie di questo settore.
Per questo motivo ha deciso di avviare una istruttoria, cioè una raccolta di informazioni a fini amministrativi, per comprendere meglio la situazione. L’analisi è iniziata nei confronti di alcune società molto note: Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras.
L’Antitrust sostiene che queste aziende si siano messe d’accordo per definire il valore della componente bio dei carburanti per l’autotrazione.
Le normative sul carburante stabiliscono che il 10% della benzina per autotrazione debba essere composta da carburante bio. L’Antitrust ha sottolineato questo aspetto importante affermando che il costo del carburante è passato da 20 euro/mc a 60 euro/mc.
Il cambiamento è avvenuto nel giro di 4 anni, con un impatto di ben 2 miliardi di euro sui prezzi di tutte le pompe di benzina. L’aumento dei costi è stato graduale e non rapido: non tutti se ne sono accorti.
Alla luce di queste informazioni le compagnie prese in considerazione dall’Antitrust si sarebbero coordinate per applicare lo stesso valore alla componente bio necessaria per la benzina. Così facendo i prezzi sono aumentati con il passare del tempo, permettendo alle società di alzare i guadagni e di non registrare perdite. È proprio per questo motivo che l’AGCM è intervenuta, contestando alle compagnie gli aumenti improvvisi di prezzo.
Tutto questo potrebbe dipendere da uno scambio di informazioni tra le imprese richiamate. Ciò spiegherebbe come mai le società hanno scelto lo stesso valore per la componente bio. Inoltre bisogna considerare le denunce apparse sui mezzi di informazione, che non fanno altro che confermare i sospetti dell’Antitrust.
Anche la Guardia di Finanza ha avviato delle indagini in merito, così da poter chiarire questa situazione. Al momento le istruttorie sono in corso e quindi non si hanno informazioni sulla veridicità o meno dell’ipotesi. Certo è che i consumatori chiedono a gran voce che venga fatta chiarezza su questo aumento continuo dei carburanti. Aumento che sta mettendo a dura prova le tasche di milioni di persone.