Durante un colloquio di lavoro non è sempre bene essere sinceri. Vediamo su quali aspetti è meglio mentire secondo gli esperti.
Quando ci si trova a dover sostenere un colloquio di lavoro, spesso si pensa che la sincerità sia l’arma vincente. Far capire in poco tempo a chi abbiamo davanti che tipo di persone siamo non è sempre facile, motivo per cui si cerca di essere più sinceri possibili sulle proprie aspettative e sul proprio passato. Questa però non è la cosa migliore da fare. Vediamo su quali aspetti sarebbe meglio non essere troppo sinceri per assicurarsi il lavoro.
Secondo alcuni esperti, la sincerità non è sempre un bene, specialmente se ci si trova davanti a sconosciuti che vorrebbero assumerci.
In genere durante un colloquio si ha a disposizione poco tempo, durante il quale dobbiamo farci conoscere e motivare i nostri interlocutori ad assumerci. Cosa è meglio dire e in che modo?
Sicuramente l’andamento della discussione dipende dal tipo di mansione che si andrà a ricoprire, ma ci sono delle linee generali che possono andare bene per ogni tipo di lavoro.
Su alcuni argomenti, infatti, la sincerità è un tabù ed essere troppo spontanei puoi farvi vedere tutt’altro che di buon occhio. Di base, è necessario comprendere quale figura è ricercata dall’azienda e cercare di incarnare il più possibile lo stereotipo che l’interlocutore si aspetta di assumere, pur restando ovviamente noi stessi e non creando una facciata totalmente nuova. Come districarsi allora tra la verità e quello che assolutamente non andrebbe detto?
Sono tre le tematiche principali sulle quali è necessario mentire se si vuol essere visti di buon occhio dal nostro intervistatore.
In primo luogo bisogna fare attenzione a come si parla del vecchio lavoro. Se il licenziamento o le dimissioni sono avvenuti a causa di un ambiente di lavoro tossico, per problemi con i colleghi o con il capo, create una versione alternativa dei fatti. L’argomento potrebbe far passare voi per delle persone con le quali lavorare non è facile.
Un’altra argomentazione sulla quale sarebbe meglio glissare è la motivazione per cui si desidera quel posto di lavoro. È ovvio che chiunque risponderebbe “per lo stipendio”, anche le aziende lo sanno, ma in questo caso è una verità che non è bene portare a galla. Meglio spingersi sulla visione dell’azienda e sull’interesse nel ruolo ricercato.
Ultimo argomento, ma non meno importante, i progetti per il futuro. Non è raro che venga chiesto quali siano le visioni a lungo termine, ma magari l’idea è quella di lavorare in quell’azienda per un po’ per poi passare ad altro. In questo caso è necessario convincere l’intervistatore di voler rimanere in azienda, di avere aspirazioni di crescita personale e non solo economica e di voler cogliere al meglio le opportunità che si presenteranno.
Non c’è da illudersi però, le aziende e gli intervistatori non sono degli sprovveduti, sanno benissimo che ciò che viene detto al colloquio è spesso ben confezionato, eppure è proprio ciò che vogliono sentirsi dire.