A distanza di tre anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19, la scienza riesce a chiarire il mistero degli asintomatici: ecco lo studio
E’ stato, per tutti gli anni della pandemia da Covid-19, uno dei punti meno chiari, più enigmatici, per certi versi inspiegabili: quello riguardante gli asintomatici. Oggi, però, la scienza sarebbe finalmente riuscita a dare una spiegazione alla circostanza secondo cui, alcune persone, sarebbero risultate positive al virus, pur senza sviluppare alcun sintomo. Ecco gli esiti dello studio.
Il 2020 sarà ricordato, nella storia, come l’anno della terribile pandemia dovuta al virus venuto dalla Cina. Restrizioni, lockdown, l’impossibilità di uscire, di vedere i nostri cari, di coltivare le nostre passioni. Una pandemia che, evidentemente, ha colpito la salute pubblica e collettiva, ma che ha fiaccato anche l’economia mondiale, che ne sta pagando ancora le conseguenze.
Già perché a distanza di oltre tre anni da quel terribile marzo 2020, solo negli scorsi mesi gli ultimi Paesi hanno fatto cadere tutte le restrizioni riguardanti il Coronavirus. E oggi, a distanza di oltre tre anni dall’inizio di quel dramma, un gruppo di scienziati sarebbe riuscito a chiarire e svelare il segreto e il mistero degli asintomatici.
Il segreto degli asintomatici
Il lavoro si deve a gruppo di ricercatori coordinati dall’University of California San Francisco, che, in questi anni, hanno provato a dare una spiegazione scientifica a un caso che ha fatto parlare molto, soprattutto nei primi mesi di pandemia: la possibilità di aver contratto l’infezione, ma di risultare privo di alcun sintomo. Gli esiti dello studio sono stati pubblicati sulla autorevole rivista Nature.
Le indagini degli scienziati statunitensi avrebbero scoperto che le persone asintomatiche sarebbero portatrici di una variante genetica che aiuta il loro sistema immunitario a riconoscere e a contrastare tempestivamente il virus, non dandogli, sostanzialmente, il tempo di esplodere con una sintomatologia. Quindi non si è immuni, ma si è protetti da una manifestazione severa da parte della malattia.
Il nostro organismo, infatti, utilizza un sistema di etichettatura che usa per distinguere le componenti proprie da quelle estranee: un sistema che si chiama Hla (antigeni umani leucocitari). I ricercatori si sono concentrati proprio su questo e avrebbero scoperto che circa il 20% degli asintomatici aveva una mutazione in uno dei geni Hla (denominata HLA-B*15:01), rispetto al 9% di chi mostrava sintomi. E più questa mutazione era presente e forte, più era alta la probabilità di sfuggire ai sintomi del virus: addirittura, se presente in duplice copia, la possibilità non sviluppare sintomi cresceva di ben otto volte. I ricercatori hanno usato una metafora bellica, parlando di “esercito in grado di riconoscere il nemico in anticipo” e di “soldati preparati alla battaglia, che sanno già cosa cercare”.