Gli errori sulla bolletta stanno diventando sempre di più, con l’addebito sul conto ad oggi senza precendenti: chiedi il rimborso subito.
L’addebito diretto delle bollette sul conto corrente è un servizio comodo e diffuso che consente agli utenti di evitare dimenticanze nei pagamenti di utenze come luce e gas. Tuttavia, sempre più utenti si sono trovati ad affrontare cifre assurde dovute a errori da parte dei fornitori. Come chiedere il rimborso per gli errori sulla bolletta?
Errori sulla bolletta: quanto l’addebito è troppo alto
Sebbene l’addebito diretto sembri una soluzione senza intoppi, gli errori possono insinuarsi nel processo di fatturazione, portando a addebiti eccessivi. Un problema ricorrente è la pratica di calcolare i consumi in modo “presunto”, spesso risultando in importi più elevati rispetto ai consumi effettivi. È quindi essenziale monitorare regolarmente i contatori di luce e gas, confrontando i consumi con quelli riportati nelle bollette.
Un primo passo cruciale è inviare l’autolettura nelle date proposte dal fornitore. Questo aiuta a evitare discrepanze e problemi futuri. La pratica comune di addebitare consumi presunti può essere mitigata attraverso la trasparenza fornita dalle autoletture.
Come si chiede il rimborso? La legge è dalla parte dell’utente
Se, nonostante le precauzioni, ci si accorge di un addebito eccessivo, è essenziale agire prontamente. La prima azione da intraprendere è revocare il mandato all’istituto bancario per l’addebito diretto. Con le app bancarie moderne, questa operazione può essere eseguita rapidamente. Successivamente, è fondamentale inviare una contestazione formale al fornitore, includendo tutti i dati rilevanti come numero cliente, dettagli della fornitura, indirizzo e informazioni sui pagamenti effettuati.
La contestazione dovrebbe essere inviata tramite raccomandata A/R o, ancor meglio, tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Questo passo è cruciale, poiché per legge il fornitore ha l’obbligo di rispondere entro 40 giorni. Nel caso in cui, dopo gli accertamenti, si confermi che il consumatore ha pagato in eccesso, il fornitore è tenuto ad accreditare l’importo sul conto del cliente entro 90 giorni.
Se il fornitore non risponde entro 90 giorni o se il consumatore ha pagato in eccesso, il cliente ha diritto a indennizzi. Questi variano dai 20 ai 60 euro se i pagamenti sono avvenuti tra il 180esimo e il 270esimo giorno dall’addebito eccessivo. È importante sottolineare che i diritti del consumatore sono sanciti per legge, garantendo una tutela efficace in situazioni di errore o abuso da parte dei fornitori.