Il 24 agosto è scattato il tanto discusso sversamento in mare delle acque “trattate” dalla centrale nucleare di Fukushima, ma la Cina ha deciso di dichiarare illegale il consumo di pesce nipponico.
Sì, avete letto bene, sembra che mangiare sushi fresco direttamente dall’arcipelago del Sol Levante sia diventato rischioso.
Tutto è cominciato nel 2011, quando uno tsunami ha fatto irruzione nella centrale nucleare giapponese di Fukushima. E tre reattori hanno deciso di entrare in fusione e per evitare la tragedia, gli ingegneri hanno dovuto fare ricorso a un bagno forzato di acqua per raffreddare i tre nuclei radioattivi.
Così, nel corso degli ultimi 12 anni, si è accumulata una contaminazione dell’acqua usata per il procedimento nel sito della centrale.
Ma il governo giapponese ha deciso che era giunto il momento di liberare quest’acqua contaminata nell’Oceano Pacifico dopo aver trattato l’acqua per togliere gran parte delle scorie radioattivi. Tranne per il trizio, che secondo gli scienziati è pericoloso solo a dosi molto concentrate.
Ad ogni modo, le analisi fatte da Tepco e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno detto che i livelli di radioattività sono nella norma, al di sotto della soglia massima di 1.500 becquerel per litro.
È illegale mangiare pesce giapponese
Cina e Corea del Sud non sono molto convinte. La Cina ha, nei confronti del Giappone, aumentato le restrizioni commerciali vietando le importazioni di prodotti ittici della zona. Invece nel Corea del Sud la gente è scesa in piazza per poter fare una protesta contro lo sversamento.
Ora, se vi state chiedendo cosa c’entri tutto questo con l’Italia vi stiamo per rivelare qualcosa di sorprendente. Più dell’80% del pesce che finisce nei nostri piatti è importato. L’anno scorso, abbiamo importato circa 123mila chili di pesce dal Giappone. Ma il pesce giapponese che tanto amiamo, come sgombro e molluschi, non è esattamente quello che influisce di più sui nostri consumi, ma è principalmente destinato ad altri Paesi asiatici.
Dobbiamo preoccuparci per le restrizioni?
C’è una grande preoccupazione sulle restrizioni imposte dall’Unione Europea, che potrebbe rischiare di farci sommergere da un’ondata di prodotti ittici stranieri. Ma in Italia si sta cercando di preservare il nostro prezioso patrimonio ittico locale.
Coldiretti, un’organizzazione agricola italiana, ha lanciato l’allarme sull’impatto delle restrizioni di pesca: ““divieto della pesca strascico che va a colpire il settore più produttivo della Flotta Italia, aprendo la strada a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero“ coma ha detto Lorenzo Viviani, ex parlamentare e biologo, “è fondato l’allarme lanciato da Coldiretti, allargando lo sguardo non solo al Giappone ma a tutti i prodotti extra-Ue“