La querela è dietro l’angolo: far venire l’ansia è reato! E se qualcuno ti stressa da non poterne più, puoi querelare.
Forse in pochi sanno che far venire l’ansia a qualcun altro, in forma seria, è un reato punibile per legge. Vediamo come funziona e quando si può querelare qualcuno perchè ci mette l’ansia.
Far venire l’ansia è reato
Anche se detta così può sembrare l’ennesima esagerazione, far venire l’ansia è reato, e non si sta esagerando per niente. Per ansia, non si intende semplice agitazione, ma un vero e proprio stato emotivo che mette a disagio la persona che ne è vittima, e può manifestarsi in vari modi. In un periodo storico in cui finalmente si inizia a parlare più liberamente di sanità mentale, di disturbi legati all’ansia e alla depressione, è importante sapere che se qualcuno ci mette tanto in difficoltà da arrivare a provare ansia, la legge ci permette di prendere provvedimenti.
Lo stato d’ansia non deve arrivare a costituire una malattia mentale, ma anzi può e deve essere arrestato quanto prima possibile. Se la condotta che ci genera ansia è occasionale, il reato per cui si può denunciare un’altra persona è quello di lesioni. Le lesioni infatti non sono solo quelle fisiche, come ad esempio uno schiaffo, ma anche quelle psicologiche, che causano quindi stress, ansia e insonnia. Se per esempio stiamo discutendo con qualcuno, e questa persona inveisce nei nostri confronti in modo inappropriato e illecito, e questo ci genera uno stato di ansia e insonnia, è passibile del reato di lesione.
Se la condotta invece è ripetuta nel tempo e arriva ad essere ossessiva e mina la libertà personale, si tratta di stalking, un reato molto più grave. Lo stalking si verifica quando qualcuno ti minaccia o ti molesta fisicamente e/o psicologicamente in maniera ripetuta, generando uno stato di paura e ansia costante che ti porta a modificare la tua vita e a vivere nel terrore. Se sei vittima di qualcosa di questo tipo, puoi denunciare l’altra persona per stalking.
La legge anti-stalking in Italia
In Italia una legge sullo stalking è arrivata solo nel 2009, ed è volta a dare una risposta concreta alla lotta contro la violenza sulle donne, ed ha introdotto il reato di “atti persecutori”, che comunemente tutti chiamiamo stalking. Si tratta della legge 38/2009, che ha inserito nel codice penale l’articolo 612-bis.
Nel codice penale, il reato di atti persecutori è inserito tra i delitti contro la libertà morale, subito dopo le minacce. La legge dice che per essere riconosciuto come atto persecutorio, un comportamento deve essere ripetuto nel tempo e deve provocare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o paura e generare un fondato timore per l’incolumità propria o di una persona prossima. La pena prevista dalla legge per il reato di stalking è la reclusione, che può durare da sei mesi a quattro anni.
Le aggravanti riguardano i coniugi separati o divorziati, i recidivi e i danni verso minori, donne in stato di gravidanza o disabili. Non bisogna aver paura quindi di querelare se ci sentiamo vittime di lesioni o di stalking, ma anzi, farlo è il primo passo per tornare a vivere una vita sana e normale.