Vuoi sapere la verità sul tuo basso desiderio sessuale? Lo studio è la risposta a tutti i problemi di coppia! Ecco cosa significa realmente.
Sei single o in coppia? Non importa, senza dubbio almeno una volta nella vita ti sarai ritrovato nella situazione in cui tu, o l’altro partner, o entrambi, avete sperimentato un basso desiderio sessuale. Ti sei sentito poco desiderato o hai provato scarso interesse temendo di non amare più? Ci sono aspetti così delicati nel rapporti di coppia, che alle volte non vengono nemmeno affrontati in maniera opportuna. Così, sveliamo la verità sulla questione. Il tema è trattato da specialisti del settore, i quali danno finalmente quella riposta a chi si “tortura” pensando di non essere abbastanza, sia in una che nell’altra parte.
Non importa se tu sia quello con il desiderio o quello che non lo prova, deve essere chiaro che entrambi i partner soffrono in merito alla questione. Dire che ci sono colpevoli è sbagliato, come anche il non tenere in considerazione la questione. Va in ogni caso affrontata, perché oltre la superficie si nascondono dinamiche di un certo peso. Sono tante le coppie che riconoscono il fatto di fare poco sesso, ma alla fine dicono che funzionano benissimo.
Allora, ci si domanda, com’è possibile questa situazione? Comunemente si pensa che il sesso sia la “conferma per la coppia”, ma per alcuni non è così. Fortunatamente al giorno d’oggi la questione viene approfondita a dovere.
Michele Weiner-Davis è il nome del terapista di fama internazionale che svela le 3 verità che tutti avrebbero voluto conoscere prima di entrare in crisi e poi lasciarsi. La sessualità è un tabu per molti, e grazie a quanto scritto sul sito Psychology Today, molti son venuti a sapere che la situazione non è poi così anormale, e che le verità in questione chiarificano un tema così complesso.
Basso desiderio sessuale, ecco la verità: prima si riconosce, meglio è!
Un dettaglio non da poco è proprio il fatto di rendersi tempestivamente conto della situazione. E’ sbagliato colpevolizzare un partner, definendolo “frigido” perché dice di no, oppure “appiccicoso” poiché vuole più contatto fisico. La questione diventa un problema sempre più importante quando la relazione dura da molto e questo comportamento, da entrambe le parti, si cronicizza.
Allora, la soluzione è che uno acconsenti alla richieste dell’altro per fare più sesso? Niente di più sbagliato, perché le tre verità sul basso desiderio sessuale, spiegano quello che nessuno dice.
Innanzitutto quello che bisogna evidenziare una volta per tutte è che le persone non funzionano tutte allo stesso modo. Basta standardizzare ed omologare le relazioni secondo dei modelli costruiti. C’è chi non è interessato al rapporto sessuale allo stesso modo di chi invece vive con un forte desiderio di contatto fisico. Sulla base di questa concezione, il terapista Michele Weiner-Davis pone la prima verità che per quanto implicita, al partner con più desiderio non sempre piace conoscere.
La rivelazione riguarda il fatto che la parte della coppia che dice di no, è implicitamente il partner che controlla la relazione. Questo non equivale a dire che sia una personalità necessariamente manipolatoria o subdola. Semplicemente al suo no, non consegue un rapporto sessuale. Chi dice di no vuole essere compreso, non obbligato a fare qualcosa che non desidera fare. Sia che si tratti di sesso, né tantomeno dover subire le conseguenze di un rapporto a tre, cioè con un amante di mezzo.
Quindi, chi dice di no, non lo fa per mancanza d’amore o perché non provi desiderio, ma perché non funziona allo stesso modo di chi invece direbbe di sì. Si tratta di modi di essere differenti, i quali rappresentano due facce della stessa medaglia. Perché se chi dice di no vorrebbe essere rispettato nella scelta, chi invece vorrebbe portare a termine l’amplesso, si sente rifiutato, incompreso, solo, arrabbiato e frustrato a modo suo e riversa tutta la colpa del suo malessere emotivo alla mancata finalizzazione del rapporto.
Chi ha un alto desiderio sessuale non cerca la mera compensazione biologica, anche questo stereotipo va sfatato. Nella maggior parte dei casi si tratta semplicemente di persone che nel contatto fisico provano tutte le emozioni e manifestano sé stessi. Così, il terapeuta, svelata questa seconda verità, deciderebbe di affrontare la questione cercando di risolvere i problemi emotivi del partner con meno desiderio. In questo modo, è possibile esplorare le due dimensioni, sessuale ed emotiva. Spesso quando quella emotiva non viene soddisfatta, ci si allontana anche dall’altra sfera, ma avviene anche viceversa.
La terza verità è quella che meno viene compresa, ma che merita la giusta attenzione perché risolve il problema in molti casi.
Come si vive in modo sano questo tipo di rapporto?
Non sempre, ma nella maggior parte dei casi sono le donne ad avere un basso desiderio sessuale rispetto gli uomini. Questo è dato da aspetti caratteriali, anche in base a come si è cresciuti, ma quello che nessuno sa è che la dimensione femminile ragiona proprio con dei meccanismi psicologici differenti e che non sempre la sfera maschile riesce a captare. Dire ad una donna che è “di legno” o incapace di vivere un rapporto in modo “sano”, solo perché dice di no, è manifestazione di violenza passivo-aggressiva e pura discriminazione. La terza verità potrebbe essere la risposta definitiva per fortificare un rapporto di coppia “spento.”
Psicologicamente si definisce che i rapporti sessuali affrontino 4 fasi. La prima del “desiderio”, la seconda dell’eccitazione, “risveglio”, la terza della realizzazione dell’atto con conseguente raggiungimento del culmine del piacere, “orgasmo”, e l’ultima quella del ritorno del corpo ad una condizione iniziale di rilassamento, “risoluzione”. In realtà per molte donne, dice Michele Weiner-Davis, non è così.
La seconda e la prima fase dovrebbero essere invece invertite, perché c’è chi funziona così. Tornando del discorso che ognuno funziona a modo suo, c’è chi prima necessita di raggiungere l’intimità con coccole e carezze. Poi se la fiamma della passione si accende, si procede con il rapporto. Appunto, non significa che si deve convincere qualcuno a farlo, ma che ognuno “funziona a modo suo”. Il punto sul quale è necessario focalizzarsi è che non per tutti la prima fase del “desiderio” avviene in maniera spontanea come comunemente si crede. Standardizzare i meccanismi psicologici è un grandissimo errore.
Le verità sul basso desiderio sessuale, aprono il vaso di “Pandora” del mondo dei rapporti umani. Confermiamo quanto siano complessi da esplorare. Si stima che il 75% degli uomini provi ciò, e solo il 15% delle donne funzioni alla stessa maniera. Avere il “desiderio spontaneo”, non è e non deve essere il requisito di base per fare sesso. Lo è l’esplorare la dimensione senza stereotipi e limitazione emotiva.