La terra continuerà a tremare ai Campi Flegrei, lo dicono gli scienziati: ecco cosa sta succedendo e cosa accadrà.
Un vulcano che non sembra un vulcano
Anche se la forma dell’area dei Campi Flegrei non sembra tale, questi sono un grande vulcano. La conformazione è dovuta a un’eruzione da rimandare molto indietro nel tempo, che invece di creare la classica formazione montuosa tipica dei vulcani, ha creato una depressione, chiamata caldera, che funziona secondo le stesse dinamiche dei vulcani “classici”.
Come si sa, i vulcani considerati attivi non lo sono in modo costante e continuo, ma piuttosto discontinuo e imprevedibile, e possono rimanere addormentati anche per decenni interi. Nel caso specifico del vulcano dei Campi Flegrei, dal 2005 si è registrato un sollevamento del terreno con un maggior rilascio di gas e un intensificarsi dei terremoti, che sono diventati sempre più frequenti.
La situazione attuale
Dopo il terremoto di fine settembre, la situazione ai Campi Flegrei è precipitata, e alla prima scossa forte sono seguite altre scosse minori. L’ultimo sciame sismico risale alla notte tra venerdì 13 ottobre e sabato 14 ottobre, con ben 9 scosse registrate. La scossa con magnitudo più forte è stata registrata attorno alle 23 di venerdì sera, ma fortunatamente non ci sono stati danni né a cose né a persone, anche se la paura è stata comunque tanta.
Lo sciame sismico è stato avvertito anche a Pozzuoli e a Napoli, e l’attività sismica non sembra volersi fermare. L’Osservatorio Vesuviano sta monitorando molto attentamente la situazione, e sebbene sia complicato fare previsioni a lungo termine, il parere degli scienziati è che i terremoti non si arresteranno.
Gli scienziati
Jacopo Selva, docente di pericolosità vulcanica e sismologia all’Università Federico II di Napoli, dichiara che al momento non ci sono movimenti di magma negli strati superficiali, poichè in caso ci fosse, i segnali sarebbero molto evidenti e inequivocabili. La notizia positiva è quindi che attualmente non sono previste eruzioni, che anzi sembrano altamente improbabili, ma il discorso cambia per i terremoti.
Come spiega Jacopo Selva, quando la terra trema quello che accade è “una perturbazione superficiale dovuta al magma profondo, che rilascia fluidi che raggiungono la roccia sovrastante e la deformano”. Il docente continua dicendo che “è anche possibile che ci siano movimenti di piccoli corpi di magma in strati meno profondi, ossia a 3-4 km di profondità”.
Circa il continuare dell’attività sismica, Selva afferma che “i terremoti continueranno, ma non è noto per quanto. Quello del 27 settembre è stato tra i più forti di sempre: purtroppo altre scosse simili sono possibili”.