Ottenere un margine di risparmio degno è l’obiettivo del provvedimento della nuova rottamazione delle cartelle. Come si riducono le tasse?
L’economia italiana sta vivendo un disagio sempre più profondo, tale da cronicizzarsi, rendendo così la situazione corrente e futura, non proprio floride nelle previsioni. Per cui diviene fondamentale comprendere quali sono le mosse migliori da attuare, soprattutto come porle in maniera opportuna. La rottamazione delle cartelle è un’occasione da non perdere.
L’inflazione ha causato e continua a provocare l’aumento costante e perpetuo del livello dei prezzi. La stagnazione invece determina un blocco nella crescita economica. A sua volta, pensione e retribuzioni che dovrebbero essere adeguate alle variabili economiche citate, sono rimaste bloccate. Come si può far fronte al 2025 con il sorriso?
Così, il Governo mira a consolidare un margine di risparmio maggiore con tanto di potenziamento del potere d’acquisto, mediante questa possibilità. La rottamazione delle cartelle consta nello stralcio, cioè eliminazione di accrescimenti a livello fiscale. Quindi, è molto probabile che alcune tassazioni subiscano una diminuzione, se non una soppressione?
A poco dall’approvazione della nuova Legge di Bilancio, il Governo deve capire come far abbassare il carico fiscale. Di certo, tra tutte le imposte, quella sulle persone fisiche dell’IRPEF è la più temuta e odiata per il suo ammontare. La questione è scottante perché è dal 2024 che c’è la promessa di una sua riduzione ponendola in una scaglione fiscale più conveniente. Fatte queste premesse, quali sono i risultati raggiunti?
Quali sono i risultati raggiunti? Il Governo si è posto l’obiettivo di ridurre il carico fiscale, sfruttando le risorse del concordato preventivo biennale diretto all ceto medio. C’è stata una buona entrata, ma non quanto si aspettava lo stesso esecutivo. Quindi, ci si ritrova con meno risorse del previsto. Allora, nella ricerca di queste ultime, si prova con il taglio dell’IRPEF e la rottamazione delle cartelle esattoriali.
Come attuare il taglio e la nuova ridistribuzione a scaglioni funzionale al miglioramento del risparmio per il ceto medio che sta sempre più scomparendo? Nel 2024 si auspicava a una diminuzione di scaglioni, da 4 a 3, incorporando il primo con il secondo. Sicuramente questa mossa ha portato al beneficio di alcuni, specie di chi aveva redditi fino a 28 mila euro o poco più. Le percentuali sono 23%, 35% e 43% per redditi di 28 mila, entro 50 mila, e oltre 50 mila euro.
Ma la novità auspicata potrebbe portare per le fasce in questione delle notevoli modifiche. Si tratta del 23% per redditi fino a 28 mila euro, del 33% per chi rientra nei 60 mila euro, e infine il 43% per chi va oltre questo importo. La modifica dell’IRPEF è importante tanto quanto la nuova rottamazione, ecco perché.
Si arriverebbe alla “quinquies”, cioè alla quinta edizione della rottamazione voluta dalla fazione della Lega per più volte. Infatti, la proposta fatta per anni, anche per il 2025 prevede le vecchie impostazioni, aggiornate però secondo i dati correnti. Per cui sono previste diminuzioni di importi da versare azzerando le sanzioni, cartelle rottamabili se affidate all’ADE fino al 31 dicembre 2023, e il poter pagare in una soluzione o 120 rate da luglio 2025.