L’incidente legato al caso Pozzolo ha riportato in primo piano la discussione sulle armi nel nostro Paese. Sorgono domande: quante ne circolano in Italia?
Il recente incidente legato allo sparo avvenuto durante la festa di Capodanno a Rosazza (Biella), con la partecipazione dell’onorevole Emanuele Pozzolo, ha scatenato discussioni nel panorama politico e ha riportato in auge il dibattito sul diffuso possesso di armi in Italia. Nel corso dell’evento, un membro della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è rimasto ferito.
Mentre le statistiche sulle armi legalmente registrate nel nostro Paese sono abbastanza chiare, diventa praticamente impossibile quantificare quelle circolanti in modo illecito, attraverso contrabbando, alterazioni o abrasioni del numero seriale identificativo. Nonostante l’obbligo, infatti, molte armi acquistate non vengono regolarmente segnalate alle autorità. Cerchiamo di delineare una panoramica il più completa possibile con i dati a nostra disposizione.
Dopo il caso Pozzolo l’Italia si sveglia
Quante armi sono legalmente in possesso in Italia? Al momento, conosciamo solo il numero di persone detentrici di una licenza di porto d’armi, che ammonta a oltre 1,2 milioni in Italia. È importante notare che questo numero non corrisponde al totale di armi in circolazione nel Paese, poiché ogni possessore può avere più di un’arma.
Le licenze si suddividono in categorie a seconda dell’uso dell’arma, con i dati del 2022 così riassunti:
- Uso per il tiro a volo: 574.842 licenze;
- Uso per la caccia: 609.527 licenze;
- Guardie giurate con arma corta: 574 licenze.
- Guardie giurate con arma lunga: 40.961 licenze;
- Difesa personale con arma corta: 223 licenze;
- Difesa personale con arma lunga: 11.785 licenze;
Ogni licenza permette al titolare di detenere legalmente fino a un massimo di tre armi comuni da sparo, 12 armi sportive e un numero potenzialmente illimitato di fucili da caccia. Secondo un sondaggio del Censis del 2020, il 9,6% degli italiani ha dichiarato di possedere un’arma da fuoco, indicando circa 6 milioni di cittadini, cinque volte il numero di licenze rilasciate.
Porto d’armi nel nostro Paese: come funziona
Subito dopo l’incidente, il deputato Pozzolo ha precisato che la sua pistola è “legalmente detenuta”. Una frase comune, ma che richiede forse qualche spiegazione. Detenere regolarmente un’arma, che sia una pistola o un fucile, implica aver ottenuto un’autorizzazione comunemente nota come “porto d’armi”. Questo, va sottolineato, non implica necessariamente il permesso di portare l’arma in pubblico.
Le licenze di porto d’armi sopra menzionate si suddividono in tre categorie principali:
- Porto d’armi per impiego venatorio: valido per cinque anni, consente di portare l’arma fuori dalla residenza solo per la caccia, durante la stagione venatoria e nelle aree designate. Anche in questo caso, l’arma deve essere trasportata scarica e in sicurezza fino al luogo autorizzato per il montaggio e il caricamento prima dello sparo. Un esame di abilitazione venatoria è necessario per ottenere questo permesso.
- Porto d’armi per uso sportivo: valida per cinque anni, permette l’uso dell’arma solo nei poligoni di tiro a volo o tiro a segno regolari, anche privati, a condizione che l’arma sia scarica durante il trasporto e il possessore sia iscritto a una sezione di tiro a segno nazionale;
- Porto d’armi per difesa personale: valida per un solo anno, rinnovabile, e consente anche il trasporto delle armi al di fuori della residenza (da qui il termine “porto” d’armi);