IMU e Tari cadono in prescrizione e non si pagheranno più. Ecco quando scatterà e come funzionerà d’ora in avanti.
Se l’IMU e la Tari sono incluse nelle cartelle esattoriali possono cadere in prescrizione: è stata stabilità una chiara regolamentazione a riguardo. Vediamo insieme qual è il termine di scadenza delle cartelle esattoriali e le modalità con cui Tari e IMU non si pagheranno.
IMU e Tari cadono in prescrizione
L’IMU (Imposta Municipale Unica) è l’imposta che deve pagare chiunque possegga immobili oltre la prima casa, o abbia una prima casa classificata come immobile di lusso, mentre la Tari è la tassa sui rifiuti, che tutti devono pagare. Entrambe queste tasse appesantiscono non poco la pressione fiscale dei cittadini, che spesso non sanno come far loro fronte. Tra tutti, c’è chi spera nella prescrizione delle cartelle esattoriali, perchè sia la Tari che l’IMU possono cadere in prescrizione se inserite nelle cartelle esattoriali.
La storia però non è così semplice e automatica come può sembrare, dato che alcune cartelle esattoriali cadono in prescrizione dopo 5 anni, mentre altre dopo 10 anni. A prescindere dalla tempistica però, la prescrizione prevede l’effettiva scadenza della cartella, che con sé porterà tutte le tasse inserite in essa, per cui il contribuente non sarà più soggetto a pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche.
Quindi per non pagare IMU e Tari basta aspettare? Facciao un pò di chiarezza.
La prescrizione delle cartelle esattoriali
Il termine “prescrizione” indica l’inefficacia della cartella esattoriale, e rende non più esigibili i debiti in essa contenuti: in buona sostanza quindi le somme contenute nelle cartelle esattoriali cadute in prescrizione non possono più essere richieste dallo Stato. A cambiare sono i termini della prescrizione, che variano in base sia all’importo della cartella stessa, che alla natura dei debiti contratti.
Per esempio, nel caso in cui i debiti si riferiscano a IMU e Tari, la tempistica per la prescrizione automatica va dai 3 ai 10 anni, in cui il contribuente non deve prendere alcuna posizione. Se questi però salda anche in maniera parziale il suo debito, e il resto cade in prescrizione, poi non potrà esserci alcuna richiesta di rimborso delle somme già versate.
I tempi dell’annullamento
Vista la complessità della materia e le molteplici casistiche debitorie, la Corte di Cassazione nel 2016 ha stabilito che non si potrà definire un parametro unico per quanto riguarda la prescrizione delle cartelle esattoriali senza tener conto della natura del debito, per cui ha stabilito diversi “scaglioni” se così si possono chiamare. Per i debiti erariali, la prescrizione è fissata a 10 anni, mentre se il debito è locale, il termine è a 5 anni.
Questo vuol dire che sia la Tari che l’IMU cadono in prescrizione, se inserite nella cartelle esattoriali, dopo 5 anni. Per annullare la cartella caduta in prescrizione si dovrà presentare un ricorso di autotutela sia all’Agenzia delle Entrate e Riscossione che all’ente creditore. Per l’IMU, quindi, bisognerà rivolgersi al Comune di riferimento.