Uno dei borghi più belli d’Italia in cui si parla greco. Un luogo in cui il tempo non è passato e le tradizioni persistono.
Sapevate che in Italia esiste un borgo in cui si parla greco? Sembra strano da credere, eppure è così. Non si parla questa lingua perché è un luogo di ritrovo di filosofi ed eruditi amanti della cultura classica ellenistica, ma è una tradizione. Facile intendere che ci troviamo nella Calabria Greca.
Il borgo di cui stiamo parlando è Bova, situato nella regione protetta ed elleno fonica della Calabria. Grazie alla sua posizione è riuscito a mantenere viva questa lingua, che in precedenza si parlava in tutta la parte meridionale della Calabria, fino al XVI secolo, quando fu influenzata dai dialetti di origine romanza.
Bova: il borgo dove si parla greco
Oltre alla peculiare lingua del greco di Calabria, chiamato anche greco vutano, da Vua, che significa Bova, il borgo presenta delle bellezze architettoniche, artistiche, culturali e di artigianato che lo rendono ancora più particolare. Un luogo dove il tempo non sembra passato e che rimane attaccato alle sue tradizioni.
La storia di Bova è legata ad una leggenda, la quale racconta che il borgo fu creato da una regina greca, Oichista, che impresse il suo piede sul punto più alto della rocca che sovrasta il borgo e che condusse la popolazione dalle coste verso l’entroterra. Effettivamente, fu davvero un luogo di conquista da parte delle popolazioni elleniche, vedendo un susseguirsi di lingue e culture.
Sia a Bova che nei comuni circostanti è possibile ammirare le persistenze greche, partendo dalle tradizioni e arrivando alle forme linguistiche, che si mescolano con la cultura della Calabria. Si hanno testimonianze di presenza umana in questo luogo sin dal Neolitico. Ci sono anche testimonianze normanne, visibili nel castello, appunto, normanno, che domina il paese e fu fortificato dagli Aragonesi.
Per il centro di Bova si intrecciano diverse viuzze che percorrono il borgo. Strette tra gli edifici in pietra e perfette per fare una camminata nel nucleo del paese, potendo conoscere e assaporare il suggestivo luogo, tutta la sua essenza e goderselo fino alla fine, senza tralasciare nemmeno una via.
Piazza Ferrovieri d’Italia è una delle principali, caratteristica per la presenza di una scultura rappresentante una locomotiva Ansaldo Breda. Una decorazione difficile da trovare nelle piazze, specialmente nei comuni dove la ferrovia non è mai arrivata. Non si ha una vera spiegazione del perché, ma ci sono diverse interpretazioni: c’è chi dice sia dedicata ai lavoratori che hanno contribuito a costruire la vicina ferrovia Ionica e chi, invece, pensa che sia un elemento di protesta verso tutti quelli che hanno lasciato Bova, portando il borgo allo spopolamento.
Passeggiando per Bova saltano all’occhio edifici nobiliari del XIX secolo, il Palazzo del Municipio e altri di impronta religiosa, come il Santuario di San Leo, patrono del comune.
In prossimità del castello normanno, quindi in posizione elevata, sorge la Concattedrale di Bova, conosciuta anche come Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia, dove sono conservate opere importanti, come la statua della Madonna col Bambino di Bonanno. Anche la Chiesa dello Spirito Santo e quella di San Rocco meritano una visita.
Per quanto riguarda la cultura locale è di estremo interesse visitare il Museo della Lingua Greco Calabra, il Museo di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte e, infine, il Sentiero della Civiltà Contadina, un museo en plein air tra i vicoli del borgo, che presentano la cultura contadina attraverso strumenti utilizzati tempo fa. Importantissimo è affacciarsi alla balconata di Bova, un punto panoramico da dove ammirare la costa, non troppo distante.
Se capitate durante la domenica delle palme, non potete perdere la festa delle Pupazze, che nasce dal mondo e dalla mitologia greca. Figure femminili create con rami d’ulivo dagli abitanti del borgo, decorate, poi, con fiori e frutta, e fatte sfilare durante la processione. Una volta arrivati alla chiesa di San Leo, vengono benedette. Inoltre, nel mese di maggio viene celebrata la festa del patrono e ad agosto, un festival etno-culturale-musicale.
Abbiamo parlato delle bellezze di Bova ma non vi abbiamo avvisato sulla cultura gastronomica, condita da sapori di montagna e di derivazione contadina. Tra i piatti tipici ci sono i maccaruni, i tagghiarini cu li ciciri, i pruppetti di ricotta, le stoppitte e le zippole. Non potete non assaggiare queste tipicità squisite. Nonostante le calorie, si possono fare degli sgarri per queste delizie.