Vivere da soli è una scelta che non tutti riescono a fare, anzi, è una decisione che sanno prendere solo alcune persone
Una scelta di vita, di quelle importanti, di quelle che fanno crescere: andare a vivere da soli, magari in giovane età. Non è semplice, sotto ogni punto di vista. Lo si fa, solo se si hanno determinate caratteristiche: ecco quali.
Una scelta non semplice, si diceva. Non ultimo sotto il profilo economico. Un recente studio ha certificato come chi vive da solo spende molti più soldi rispetto a chi, invece, vive in coppia o comunque in famiglia.
Ma si tratta di una scelta di crescita personale, soprattutto se la scelta avviene in giovane età. E, badate bene, non solo se si cambia totalmente città, magari per ragioni di studio o di lavoro. Ma anche se si sceglie di andar via dal nido familiare.
Ebbene, sappiate però che riescono a fare questo passo non di poco conto solo le persone che caratterialmente hanno delle peculiarità ben precise. Scopriamo assieme quali sono queste caratteristiche.
Ovviamente, per vivere da soli, bisogna saper star bene con sé stessi. La solitudine, se non voluta, è uno dei mali più pesanti che l’essere umano possa patire. L’uomo è un animale sociale, quindi c’è una solitudine “sana”, che è quella che ogni tanto vogliamo per riflettere, per riposare, per studiare. E poi c’è quella di chi la subisce o la ricerca in una maniera malata, spesso attanagliato dalla depressione.
Ma in generale, chi riesce sta bene da solo è una persona più riflessiva, che ama l’introspezione e ha bisogno di pace e silenzio per farlo. Ma è anche una persona più colta, perché con la solitudine, a fargli compagnia saranno libri o interessi vari. Sono poi persone più rispettose, perché vogliono il rispetto della loro riservatezza e dei loro spazi e quindi sanno portarlo agli altri.
Sanno cosa significa fiducia e amicizia, perché non ricercano una compagnia tout court, ma si avvicinano solo alle persone per cui valga davvero la pena. Sono selettive, quindi scelgono solo persone con cui si può avere uno scambio totale, sia emotivo, che culturale. Hanno una mentalità aperta: nel Paese dei “bamboccioni”, dove a 40 anni e più si rimane in famiglia, chi va via sa che il mondo è un altro, con tutte le sue contraddizioni.
Sono più responsabili: dalla spesa al supermercato alle faccende domestiche, quando si è soli si deve aver cura di tutto. Infine, sono resilienti. Già, perché i momenti brutti arrivano sempre e quando li si affronta da soli bisogna essere davvero bravi a non disunirsi.