Per portare avanti la lotta al carovita i lavoratori le inventano tutte: ecco cosa puoi fare per guadagnare di più.
L’inflazione che negli ultimi mesi ha portato al rincaro di ogni aspetto della vita, in abbinamento agli stipendi che invece sono rimasti immutati, ha fatto sì che al giorno d’oggi i lavoratori cerchino modi alternativi per guadagnare di più e arrivare a fine mese senza acqua alla gola: ecco cosa puoi fare anche tu.
Nonostante l’inflazione sembra essersi calmata rispetto ai mesi scorsi, e a confermarlo sono anche gli ultimi dati Istat, non si può ancora parlare di un assestamento definitivo. Il problema non è stato tanto il boom dei prezzi e i rincari in ogni ambito della vita (dal carburante, al supermercato, alle bollette), quanto che i prezzi non sono più scesi a fronte dell’immutabilità degli stipendi dei lavoratori. Proprio a causa di ciò tantissime persone hanno iniziato a cambiare le proprie abitudini lavorative per cercare di arrivare a fine mese senza stress né acqua alla gola.
Si tratta di strategie fai da te che ogni lavoratore adotta per migliorare la propria situazione economica e combattere il carovita, come per esempio cercare di fare straordinari oppure trovare un secondo lavoro o un’entrata extra. Ad analizzare il quadro completo è un focus realizzato proprio sull’impatto che l’inflazione ha avuto e sta avendo sulla vita del cittadino medio, portato avanti da Randstad workmonitor. Ecco quindi cosa puoi fare anche tu per riuscire a guadagnare di più e vivere più serenamente.
Il Randstad workmonitor ha intervistato 764 persone in Italia con un’età compresa tra i 18 e i 67 anni, e gli intervistati sono stati ben 26.800 nel mondo. Dai dati emersi risulta che a noi italiani non piace stare con le mani in mano, e che nel momento del bisogno ci rimbocchiamo le maniche e ci inventiamo la qualunque per rimetterci in piedi. Infatti, il 72% dei lavoratori si sta muovendo per migliorare le proprie entrate, mentre 4 su 10 dicono di essere stati supportati dalle proprie aziende tramite un aumento di stipendio o bonus in busta paga. Dato meno positivo è quello che indica che solo il 23% degli intervistati ha ricevuto misure di sostegno per le famiglie.
I dati mostrano che per ritirarsi su economicamente, i lavoratori hanno aumentato le ore di lavoro (24%), hanno iniziato un secondo lavoro o un’attività extra nelle ore libere (20%) e addirittura hanno posticipato il pensionamento (14%). Tra le altre soluzioni, il 14% degli intervistati ha aumentato le ore di smart working per ridurre i costi degli spostamenti, nonostante le aziende vogliano incentivare una soluzione ibrida che equilibri di più il tempo passato a casa e quello in ufficio. Al contrario, il 10% degli intervistati preferisce andare in ufficio per risparmiare sui costi delle bollette.
Tra i lavoratori più proattivi ci sono quelli della Generazione Z (89%), seguiti dai Millennials (84%) e da Gen-X (73%) e Boomers (61%), che stanno valutando anche la possibilità di licenziarsi per trovare un lavoro più remunerativo.