Non c’è pace per Chiara Ferragni, ora anche l’intervento dell’associazione no-profit “Stomp out bullying”. Le dichiarazioni riguardanti le vendite della bambola Trudi gettano ulteriore luce sull’indagine in corso.
Chiara Ferragni sembra essere al centro di un periodo turbolento, privo di tregua. Tutto è cominciato il 15 dicembre dell’anno scorso, quando è stata sanzionata dall’Antitrust a causa di pratiche commerciali scorrette legate al pandoro Balocco. Da allora, le indagini si sono allargate, coinvolgendo anche altri prodotti venduti a scopo benefico, tra cui le uova di Pasqua di Dolci Preziosi e persino la bambola Trudi.
La situazione è diventata ancora più intricata quando il programma Zona Bianca ha ottenuto una risposta dalla fondatrice di Stomp out bullying, l’associazione che avrebbe dovuto ricevere i proventi delle vendite della bambola Trudi. Le dichiarazioni di Ross Ellis, CEO e fondatrice dell’associazione, hanno gettato nuova luce sulle indagini in corso riguardo all’influencer.
Chiara Ferragni e le nuove dichiarazione dell’associazione benefica
La vicenda della bambola Trudi era stata presentata dall’influencer come un progetto benefico, annunciando che i profitti delle vendite sarebbero stati devoluti a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit impegnata nella lotta contro il cyberbullismo, argomento molto vicino al cuore dell’influencer. Ma le dichiarazioni di Ross Ellis sembrano contraddire questa narrazione, suggerendo una mancanza di trasparenza o, peggio ancora, un mancato adempimento degli impegni presi da parte di Chiara Ferragni.
Il programma Zona Bianca ha intervistato la fondatrice di Stomp out bullying, che ha affermato di non conoscere Chiara Ferragni e di non aver mai ricevuto alcuna donazione. Questo episodio ha sollevato ulteriori dubbi sulla sincerità dell’influencer e potrebbe portare a nuove indagini sulle sue attività benefiche.
Caso Balocco
Nel frattempo, il caso Balocco, legato al pandoro Pink Christmas, continua a pesare sulla reputazione dell’influencer. La sua nota del 14 gennaio, in cui ribadisce la sua fiducia nelle autorità competenti e si mette a disposizione per chiarire la situazione, sembra non essere sufficiente a placare le polemiche. Nel contempo, l’azienda Balocco ha risposto alle richieste di risarcimento dei consumatori, giustificando la differenza di prezzo per i pandori griffati con l’uso di “elementi peculiari”.
L’influencer, tra le più famose al mondo, sta affrontando un serio danno reputazionale a causa di questi scandali. L’agenzia di comunicazione Community è al lavoro per gestire la crisi, prestando massima attenzione a tutte le sfaccettature del caso. Nel frattempo, Chiara Ferragni ha deciso di non partecipare alla Milano Fashion Week, e le dichiarazioni di Dolce e Gabbana sulla “caduta degli influencer” alimentano ulteriormente il dibattito sulla credibilità e l’impatto sociale degli influencer nell’era digitale.