La crescente apprensione negli Stati Uniti riguardo alla malattia del “cervo zombie” sta attirando l’attenzione dei media e suscitando preoccupazioni tra la popolazione.
Questa misteriosa malattia, che colpisce diverse specie di cervidi, ha recentemente fatto notizia con la scoperta di casi in oltre 800 cervi e alci nello stato del Wyoming. Le informazioni su questa malattia sono ancora scarse e ciò ha contribuito ad aumentare la paura tra la gente comune e gli esperti sanitari.
L’agenzia americana CDC, responsabile del controllo e della prevenzione delle malattie, teme che la malattia possa diffondersi rapidamente nell’ecosistema e potenzialmente infettare altre specie animali, compreso l’uomo. Questo scenario, conosciuto come “spillover”, è fonte di grande preoccupazione per gli scienziati e gli operatori sanitari.
La malattia del cervo zombie, simile alla malattia della mucca pazza, è causata da un prione mutato, una particolare proteina che ha la capacità di infettare altre proteine, causando gravi danni neurologici. I cervi affetti da questa malattia mostrano sintomi distintivi come movimenti lenti, segni di invecchiamento precoce e uno sguardo fisso e vitreo, da cui il nome “cervo zombie”. Purtroppo, non esistono cure o vaccini per questa patologia e la morte dell’animale è inevitabile una volta che si ammala.
Negli ultimi mesi, sempre più cacciatori hanno segnalato avvistamenti di cervi con sintomi simili e il numero di carcasse di cervi malati è in aumento. Questa tendenza preoccupante era in qualche modo prevedibile, dato che la malattia del deperimento cronico si sta diffondendo da anni negli Stati Uniti senza che vengano prese misure adeguate per contenerla. Una delle principali preoccupazioni degli esperti è la possibilità che la malattia possa trasmettersi all’uomo o ad altre specie animali precedentemente immuni. Questo fenomeno, già verificatosi con altre malattie come l’encefalopatia spongiforme, potrebbe avere conseguenze devastanti per la salute pubblica e l’ecosistema.
Anche in Europa ci sono state segnalazioni per quanto riguarda la malattia del cervo zombie, con i primi casi diagnosticati in Norvegia nel 2016. Da allora, la malattia è stata identificata anche in renne, alci e cervi in altri paesi nordici come Svezia e Finlandia. Questo suggerisce che la malattia sta iniziando a diffondersi in Europa, con conseguenze potenzialmente gravi per la fauna selvatica.
Attualmente, non ci sono casi confermati di trasmissione della malattia agli esseri umani in Europa, ma la situazione viene monitorata attentamente e vengono adottate misure rigorose per prevenire la diffusione della malattia e proteggere la salute pubblica. Sono in corso numerosi studi per comprendere meglio questa malattia e sviluppare strategie efficaci per affrontarla. La diffusione della malattia del cervo zombie rappresenta una seria minaccia per la fauna selvatica e potenzialmente anche per gli esseri umani. È importante che vengano adottate misure efficaci per contenere la diffusione della malattia e proteggere la salute pubblica in tutto il mondo.