La nuova frontiera contro la falsificazione del made in Italy ideata dai produttori di Parmigiano Reggiano è un microchip: è sicuro da ingerire?
Preoccupa la decisione di Parmigiano Reggiano che, per contrastare la falsificazione del suo prodotto made in Italy, ha scelto di inserire all’interno del parmigiano dei microchip delle dimensioni di un granello di sabbia. Il microchip, rassicura l’azienda, è commestibile.
Questo nuovo sistema, che verrà applicato solamente alle forme originali, renderà più facile l’individuazione dei falsi. Non mancano infatti i finti prodotti italiani in ogni campo del commercio, specialmente in quello alimentare, soprattutto al di fuori del Bel Paese. La loro presenza massiccia danneggia gravemente il made in Italy autentico, motivo per cui le aziende nazionali hanno deciso di correre ai ripari cercando metodi alternativi di certificazione.
Questi metodi hanno lo scopo di tutelare sia i consumatori che le aziende stesse, che non rischiano un danno di immagine e di valutazione a causa di altri produttori che si spacciano per made in Italy ma non lo sono.
Le aziende rassicurano i consumatori circa la sicurezza del dispositivo che verrà inserito nel formaggio, specificando che sarà commestibile e non comporterà alcun rischio per l’organismo umano. Inoltre, resisterà anche se il parmigiano viene grattugiato.
Il microchip verrà applicato sull’etichetta di caseina (la parte stampata che si vede sulla crosta). Questa etichetta contiene già dei dati per tracciare la provenienza del prodotto e certificarne l’originalità, quindi il nuovo dispositivo serve solamente ad aumentare la garanzia del prodotto. Per verificare l’autenticità del parmigiano, si può eseguire una scansione che dà come risultato un ID seriale contenente l’originalità dell’alimento, la cui lettura è possibile solo a una brevissima distanza.
Il chip non può essere letto a distanza, nè usato per tracciare i movimenti della persona che lo ha ingerito o la sua geolocalizzazione. Rimane oscura la sorte del microchip in caso di cottura.
Il chip contiene informazioni che consentono di risalire alla provenienza esatta del formaggio, e questi dati sono bloccati da un sistema “blockchain” che ne impedisce la modifica da parte di terzi.
Il marchio made in Italy è una garanzia per il consumatore e un orgoglio per il produttore, ed entrambi devono essere più che sicuri dell’autenticità del prodotto. Purtroppo questo non è sempre fattibile proprio a causa dei tantissimi falsi in circolazione. Il microchip, spiega Alberto Pecorari al Wall Street Journal, ha proprio il compito di proteggere questa autenticità, a tutela sia del produttore che del consumatore.
Per contrastare la falsificazione dei prodotti italiani nel mondo vengono sperimentate e ricercate nuove tecniche in maniera continuativa, e quello del microchip è un sistema che stanno prendendo in seria considerazione anche alcune case farmaceutiche e automobilistiche.