Niente più NASPI per alcune categorie di lavoratori. A breve, alcuni diranno addio all’indennità di disoccupazione.
La notizia non farà piacere a molti lavoratori per i quali non è più prevista la NASPI. Il provvedimento coinvolge una specifica fascia di lavoratori che non potranno più usufruire dell’indennità di disoccupazione.
Niente più NASPI per questi lavoratori
Quando un lavoratore dipendente perde il lavoro in seguito a un licenziamento da parte del datore di lavoro o di dimissioni per giusta causa, ha nella maggior parte dei casi diritto a un’indennità di disoccupazione che prende il nome di NASPI. L’importo dell’assegno dipende dal periodo lavorativo precedente, nonché dallo stipendio percepito in quel lasso di tempo.
È quindi chiaro che per avere diritto alla NASPI è necessaria la perdita involontaria del lavoro. Non a caso sono moltissime le persone che, stanche della propria situazione lavorativa, assumono atteggiamenti scorretti sul posto di lavoro per ricevere lettere di richiamo, dopo le quali è previsto il licenziamento. In questo modo il lavoratore otterrebbe il licenziamento da parte del datore di lavoro, anziché dimettersi e avrebbe diritto alla NASPI. A breve tutto ciò non sarà più possibile.
Chi non avrà più diritto alla disoccupazione
Il recente Decreto lavoro metterà fine all’indennità di disoccupazione per molti lavoratori.
Con l’entrata in vigore del decreto, infatti, l’indennità di disoccupazione non sarà più riconosciuta a tutti coloro che, pur di farsi licenziare, si assentano dal lavoro senza giustificazione oltre i termini previsti dal contratto lavorativo.
In sostanza, se il licenziamento è motivato da un provvedimento disciplinare per assenze ingiustificate, il lavoratore non potrà richiedere la NASPI.
Il provvedimento non è ancora attivo ma entrerà in vigore a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si stima che ciò avverrà non prima del 2024. C’è inoltre da sottolineare che il provvedimento non è retroattivo. Tutti coloro che al momento percepiscono la disoccupazione a seguito di un licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro, non saranno coinvolti.
È bene inoltre ricordare che, anche se ci si dimette e non si ha diritto alla NASPI, i periodi lavorativi non vanno persi. In caso di un nuovo impiego che si dovesse risolvere per scadenza di contratto o cause non dipendenti dal lavoratore, per il calcolo della disoccupazione saranno presi in considerazione anche i periodi precedenti nell’arco temporale di 4 anni.