Novità bonus casa 2024: dal 1 marzo aumenta la ritenuta sui bonifici per le agevolazioni edilizie, che passa dall’8 all’11%.
La nuova Legge di Bilancio ha modificato la percentuale della ritenuta sui bonifici per le agevolazioni edilizie, alzandola dall’8% all’11, ma quali sono le conseguenze per le imprese e i beneficiari dei bonus, visto che questa modifica interessa tutti i bonus casa? Vediamole insieme.
Novità bonus casa 2024
Nel 2024 la nuova Legge di Bilancio ha modificato le regole che riguardano i bonus casa, alzando la ritenuta sui bonifici per le agevolazioni fiscali derivanti da modifiche edilizie, e passandola dall’8 all’11%. Ad essere interessate da questa modifica sono tutte le agevolazioni edilizie in corso di validità, quindi Superbonus, Ecobonus, Sismabonus, Bonus ristrutturazione e il Bonus barriere al 75%. Questa ritenuta si applica a titolo di acconto dell’IRPEF che i committenti devono allo Stato per beneficiare delle agevolazioni.
Quello che ne consegue è la diminuzione della liquidità immediata da parte delle imprese, poichè da subito aumenta l’importo che viene trattenuto sui bonifici ricevuti. Questo può comunque essere recuperato successivamente con la rivalsa sull’IRPEF o sull’IRES dovuta dalle aziende, ma nel presente comporta una minore disponibilità in termini di liquidità. Quindi, in parole povere, le aziende avranno a disposizione il 3% in meno della liquidità, e le conseguenze per i cantieri potrebbero non essere troppo positive.
Le conseguenze della modifica
La nuova Legge di Bilancio ha come linea di condotta generale quella di aumentare l’anticipo sulle imposte da versare, e grazie a questo nelle Casse dello Stato dovrebbero entrare ben 622 milioni di euro in più. Di contro, se allo Stato entrano, alle aziende escono, per cui la liquidità delle stesse diminuisce nell’immediato. La conseguenza di questa scelta, sebbene le somme possano essere recuperate successivamente tramite la rivalsa sull’IRPEF o sull’IRES, è che le imprese potrebbero trovarsi in maggiore difficoltà nel pagare i fornitori, avendo meno liquidità a disposizione.
Un altro fattore cruciale da considerare è che alcune imprese potrebbero non avere una capienza fiscale sufficientemente abbondante per portare in compensazione i crediti relativi all’anticipo delle somme, il che provocherebbe un ristagno di suddetti crediti, portandoli ad essere nuovamente bloccati se l’azienda non fa abbastanza operazioni.
Insomma, la scelta del Governo fa parlare parecchio, e discutere, ma è un dato di fatto e le banche tratterranno le somme con la nuova percentuale in maniera diretta, senza nulla che le imprese possano fare. Nel corso degli anni si è passato da una ritenuta del 10%, poi scesa al 4% e poi assestatasi all’8% nel 2015, quindi quella attuale dell’11% è la più alta in assoluto, e non resta che vedere se il Governo ha fatto la scelta giusta oppure no.