Se irrigidire la normativa del nuovo codice della strada per alcuni è una fonte di sicurezza, per altri rende tutto complicato. Va bene non assumere alcol e droga, ma come si fa con alcuni medicinali?
La popolazione si divide tra chi accetta la nuova normativa, perché la ritiene una maggior sicurezza, e tra coloro i quali non riescono a credere che il loro “farmaco quotidiano” possa diventare motivo di perdita della patente. È davvero così? Soprattutto ci si domanda se esiste un modo per scindere le situazioni. Poiché sicuramente guidare in stato alterato non è quello che si sostiene, ma come può una pasticca per la pressione stravolgere le capacità di guida dal test delle forze dell’ordine? Al di là dell’ironia, ecco cosa succede.
Si parla di medicinali che trasgrediscono la legge al pari di droghe e alcol, ed è proprio questo il punto che fa innervosire la maggior parte dei cittadini. Ma ci sarà un modo per disciplinare in maniera opportuna la questione? Di certo, irrigidire il codice della strada è su certi aspetti, quanto di più logico possibile dopo gli ultimi riscontri.
Di morti in incidenti, con dati alla mano, ce ne sono abbastanza, e bisogna tutelare le persone in ogni modo. Anche perché molti di questi causati da chi trasgredisce le regole, hanno portato alla morte di persone innocenti, tra cui bambini che regolarmente attraversavano sulle strisce pedonali.
Il guaio della trasgressione però, a quanto pare, proviene anche da un farmaco ingerito per la propria salute. Cosa non ha funzionato nella normativa vigente? C’è una ragione se alcuni farmaci segnano “positivo” l’alcol test.
Cosa accade con il nuovo codice della strada? I farmaci trasgressivi!
Ci può essere un modo per gestire il gestibile, anche perché assumere un farmaco ne va del benessere del singolo. Non solo un analgesico o antinfiammatorio occasionale per guarire un mal di testa o raffreddore stagionale. Si tratta di tutte quelle persone che magari soffrono di determinate patologie e devono necessariamente prendere dei medicinali per stare bene. C’è un di più però, anche lavarsi i denti può diventare… problematico!
Occhio a chi fa incetta di collutorio ad ogni lavaggio dei denti, perché… contiene alcol, e figura nel test dei pubblici ufficiali! Come se non bastasse, la lista diventa sempre più assurda, poiché la positività viene fuori anche da prodotti che nulla hanno a che fare con qualcosa di “pericoloso”. Dire che il propoli per il mal di gola può far venire fuori uno stato alterato, la dice lunga sui paradossi normativi. Anche perché lo si prescrive anche ai bambini con il mal di gola, attraverso caramelle zuccherate!
Le tinture madre e estratti idroalcolici, come il citato propoli, scattano all’istante nel test. Questo perché contengono alcol, come anche gli sciroppi per la tosse, anche questi somministrati pure ad anziani, oltre che ai più piccoli. La ragione risiede nel fatto che la composizione di questi prodotti ha sempre una base alcolica, proprio per realizzarli e renderli confacenti e adatti alla salute del singolo, altrimenti sarebbero obsoleti e inefficaci.
Nello specifico, si parla di sciroppi per la tosse con contenuti “sedativi”. Hanno la funzione di lenire e alleviare i potenti colpi di tosse dei malanni, ma sono i peggiori, perché fanno risultare quasi “alcolizzata” la persona che li assume secondo il nuovo codice della strada. Come se non bastasse, bisogna fare attenzione anche a tutti quei medicinali che indirettamente, alterano lo stato vigile del singolo, pur non essendo questa la loro funzionalità, ma dal test figura così.