Se hai la partita iva la nuova delega fiscale ti distrugge: ecco quanto devi fatturare per guadagnare 1.300-2.000 euro al mese.
Via libera alla legge delega per la riforma fiscale da parte del Consiglio dei Ministri, che con questa misura vuole incentivare il lavoro e sostenere i redditi medi e medio-bassi.
Cambia l’Irpef
Quello riguardante le aliquote Irpef è uno dei punti salienti della nuova riforma fiscale risalente al mese di marzo. Attualmente gli scaglioni di tasse sono del 23% per i redditi fino a 15.000 euro, 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, 35% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, e 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
La revisione ridurrà gli scaglioni a 3, e le ipotesi presentate sono tre. La prima prevederebbe le aliquote al 23% per i redditi da 8.500 a 28.000 euro, 35% per i redditi da 28.000 a 50.000 euro, 43% per i redditi superiori a 50.000 euro. La seconda prevederebbe le aliquote al 23% per i redditi fino a 28.000 euro, 33% per i redditi da 28.000 a 50.000 euro, 43% per i redditi superiori a 50.000 euro. Infine, la terza ipotesi prevederebbe le aliquote al 23% per i redditi inferiori a 15.000 euro, 27% per i redditi tra 15.000 e 75.000 euro, 43% per i redditi superiori a 75.000 euro.
Partita iva, cosa cambia
L’aliquota Irpef è uno dei valori che influenzano maggiormente la vita dei possessori di partita iva, che sicuramente ora dovranno letteralmente fare i conti con le ipotesi di modifica. Vediamo cosa cambia con la nuova riforma fiscale e come si modificheranno i guadagni dei possessori di partita iva.
I possessori di partita iva con regime forfettario, per avere uno stipendio netto mensile di 1.300 euro, dovranno fatturare circa 1.700 euro al mese. Se invece si punta ad avere 2.000 euro netti a fine mese, il fatturato dovrà aggirarsi intorno ai 2.500 euro mensili.
Per quanto riguarda il regime forfettario agevolato, ad oggi è prevista l’applicazione di un’aliquota unica del 15%, cui hanno accesso solamente i redditi inferiori a 85.000 euro (prima questa soglia era fissata a 65.000, e si sta pensando di aumentarla ulteriormente fino a 100.000 euro).
Il discorso cambia per chi ha la partita iva ordinaria. Qui le aliquote da applicare sono diverse: ci sono l’aliquota Irpef a seconda dello scaglione di reddito in cui si rientra, i contributi previdenziali, l’iva al 22% (pagata dal cliente e versata dal professionista) ed eventuali ritenute d’acconto. Con questo regime, se si vogliono guadagnare 1.300 euro netti a fine mese, se ne devono fatturare 1.800, mentre se si vuole arrivare fino a 2.000 netti, il fatturato dovrà salire a 2.600 euro.
Da aggiungere a questi calcoli poi, esclusivamente per l’anno 2023, c’è da considerare la flat tax incrementale, che prevede una tassazione aggiuntiva del 15% sull’incremento di reddito conseguito nel 2023 rispetto al triennio precedente, ossia dal 2019 al 2021.
E i lavoratori dipendenti?
Grazie alla riforma fiscale di marzo, per i lavoratori dipendenti potrebbero esserci buone notizie: si parla infatti dell’introduzione negli stipendi di nuovi particolari bonus e deduzioni!