Attualmente si può andare in pensione a 67 anni, ma sapevi che esiste la pensione anticipata con patologie? Ci vai 11 anni prima.
Andare in pensione è ormai diventato il sogno di molti, e l’incubo di tanti, a causa dei continui slittamenti dell’età pensionabile per vecchiaia. In alcuni casi specifici però, si può aggirare l’ostacolo della pensione di vecchiaia e andare in pensione in anticipo, come ad esempio se si hanno queste patologie.
Man mano che passano gli anni l’età pensionabile viene spostata sempre più avanti, e al momento è stata fissata a 67 anni di età e 20 anni di contributi versati. Ciò detto però, è vero anche che il nostro sistema pensionistico consente a chi presenta determinati requisiti di andare in pensione in anticipo. Non si tratta ovviamente di una cosa di cui gioire, perchè ad andare in pensione in anticipo sono comunque categorie di persone svantaggiate sotto qualche punto di vista, e che proprio per questo godono di una corsia preferenziale verso la pensione.
Per esempio i lavoratori che svolgono mansioni gravose, oppure gli invalidi e i caregivers, insomma, si tratta di categorie di lavoratori che vivono quotidianamente situazioni particolarmente pesanti, per cui lo Stato ha deciso che il lavoro può finire prima. Nello specifico, ci sono alcune patologie che rientrano tra quelle che permettono di andare in pensione dai 6 agli 11 anni prima dell’età pensionistica standard. Vediamo quali sono.
I soggetti che possono andare in pensione fino ad 11 anni prima degli altri sono quelli colpiti da malattie croniche che comportano una riduzione della loro capacità lavorativa. Gli anni di “sconto” vanno da un minimo di 6 anni ad un massimo di 11, ma questa soglia più alta è riservata solo alle donne. Ovviamente, le malattie devono essere accertate e l’invalidità confermata, ma fatto ciò, si può andare in pensione con tanti anni di anticipo.
Nello specifico, a dare diritto a questo tipo di pensione anticipata sono le seguenti patologie: aritmie, coronopatie, disfuzioni cardiache, broncopneumopatie, interstiziopatie, trapianti di polmoni, stenosi, cirrosi, infiammazioni intestinali croniche, insufficienza renale cronica, trapianti di reni, diabete mellito, insufficienza corticosurrenale, acromegalie, sindrome di Cushing, amputazioni complete o parziali, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson, epilessia, emiplegia, malattie psichiche, sordità, ipovisione, cecità, sindrome di Down, di Patau, di Edwards, fibrosi cistica, Aids, artrite reumatoide e cancro (a seconda della gravità e della compromissione che comporta).
Sul sito dell’INPS si trova la lista completa delle patologie, e anche la specifica secondo cui “chi ha un’invalidità pari almeno all’80% può accedere alla pensione di vecchiaia a 61 anni nel caso degli uomini e a 56 anni nel caso delle donne”, fermo restando il requisito dei 20 anni di contributi versati.