Novità sul fronte pensione con l’ipotesi di introduzione di Quota 41 light. Scopriamo come funzionerebbe e quale sarebbe la penalizzazione da accettare.
Governo e sindacati sono a lavoro per trovare una soluzione pensionistica che soddisfi i lavoratori. Spunta l’idea di Quota 41 light.
Trascorsi i mesi estivi sarà necessario che l’esecutivo tiri le somme per dare qualche risposta ai lavoratori in tema pensioni. La Riforma è ancora lontana, si pensa che non scatterà prima del 2025 ma ciò non esclude interventi da inserire nella Legge di Bilancio 2024. Tutto dipenderà dai conti dello Stato dato che il Governo non accetterà alcuna riforma a debito.
Tra le ipotesi più accreditate finora una proroga di Quota 103, Quota 41 per tutti e una pensione flessibile con uscita a 62 anni. Spunta un’ulteriore novità ossia una versione light di Quota 41 che possa accontentare i lavoratori. Mandare in pensione tutti con 41 anni di contributi è l’obiettivo del Governo ma costerebbe troppo.
L’INPS ha calcolato circa 18 miliardi di euro per i primi tre anni. Una somma troppo alta da spendere considerando la mole degli interventi che si dovranno affrontare in vari ambiti sul finire del 2023 e il prossimo anno. Da qui l’ipotesi di una versione light.
Quota 41 light potrebbe prevedere la possibilità per tutti i lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi accettando il sistema di calcolo contributivo. Proprio come avviene per Opzione Donna, misura in scadenza il 31 dicembre 2023 e in forte dubbio per l’anno prossimo.
Se tale versione si realizzasse sul serio, il lavoratore accetterebbe lo spostamento dei contributi dal sistema retributivo a quello contributivo. Solo in questo modo potrebbe andare in pensione indipendentemente dall’età e avendo maturato 41 anni di contributi. In termini pratici acconsentirebbe ad una penalizzazione sull’assegno che si può stimare del 10% circa nel 2024.
La percentuale andrebbe poi a ridursi lasciando il lavoro negli anni successivi dato che il peso della parte retributiva diventerebbe sempre inferiore fino ad azzerarsi nel 2036. Si può concludere, dunque, che la versione light di Quota 41 sarebbe accettabile sia per i lavoratori che per lo Stato. Con il sistema contributivo, infatti, l’impatto sulla spesa pubblica verrebbe ridotto.
Ma per quale motivo i lavoratori dovrebbero accettare questa soluzione quando con soli 1 o 2 anni e dieci mesi in più di lavoro potrebbero accedere alla pensione anticipata ordinaria senza penalizzazioni? Per un paio di anni rinunciare al 10% della pensione non ne varrebbe la pena. La maggior parte dei lavoratori stringerebbe i denti e continuerebbe a lavorare.