Pignoramento conto Postepay: prestare la massima attenzione se si hanno debiti, anche questa carta è pignorabile.
Se non ne eri al corrente, sappi che anche la carta prepagata Postepay è pignorabile, quindi se hai debiti fai attenzione a dove metti i tuoi soldi. Ecco perchè anche la prepagata è pignorabile.
Partendo dal presupposto che tutti i debiti andrebbero saldati, se si hanno problemi finanziari e non si vogliono vedere pignorati tutti i soldi che si hanno sul conto, oltre che ai beni mobili e immobili da parte dell’Agenzia delle Entrate, la Postepay non è un luogo sicuro dove tenerli, perchè anche questa carta prepagata è pignorabile.
Ovviamente il pignoramento non scatta immediatamente, e prima di esso ci sono sempre diversi avvisi e solleciti cui rispondere, quindi l’azione dell’Agenzia delle Entrate non è mai “a sorpresa”. Ma se in molti pensano di poter eludere il problema del pignoramento dei conti spostando i soldi su una carta prepagata, con o senza IBAN, la realtà è che questo escamotage non risolve proprio nulla. Anche la Postepay classica (senza IBAN) e la Postepay Evolution (con IBAN) sono infatti pignorabili!
Nel contesto di un’indagine sulle proprietà e sui redditi dei cittadini debitori, l’anagrafe tributaria può facilmente venire a conoscenza di tutti i conti correnti e le carte intestati a chi è in debito con lo Stato, e oltre ai beni mobili e immobili, riuscire a rintracciare anche le carte prepagate come la Postepay e la Postepay Evolution, anche se a queste non sono legati conti correnti.
L’intestazione di una di queste carte prepagate è facilmente verificabile anche se su di esse non è riportato fisicamente il nome del debitore, perchè sono pur sempre carte nominative, e per richiederle chiunque deve presentare un documento d’identità che viene immediatamente associato alla carta rilasciata da Poste.
In buona sostanza quindi, cercare di far defluire i propri soldi su una carta prepagata è solamente uno spreco di tempo, perchè le carte Postepay sono soggette agli stessi pignoramenti dei conti correnti bancari e dei libretti di risparmio, senza alcuna differenza.
Se questo non dovesse bastare, è bene sapere che lo stipendio di un cittadino debitore nei confronti dello Stato, può essere pignorato anche alla fonte. Questo però ha un limite, e non tutto lo stipendio può essere pignorato alla fonte: il datore di lavoro è colui che può trattenere una parte dello stipendio con scopo di pignoramento, ma può farlo solamente nella misura di un quinto del totale, e solamente se lo stipendio supera una determinata cifra limite.