Prelievo forzoso sui conti correnti dei contribuenti? Chiariamo la situazione.
Con il prelievo forzoso lo Stato può prelevare i soldi direttamente dal conto corrente dei contribuenti, anche senza il loro consenso. Da metà luglio si è tornati a parlarne, quando Matteo Renzi ha annunciato che questa forma di prelievo coatto sarebbe stata inserita nella neo-approvata riforma del fisco proposta dal governo Meloni. Nello specifico, che si sarebbe ricorsi a questa forma di prelievo per la riscossione di soldi dovuti allo Stato per multe o tasse.
Qual è la verità? E soprattutto, cosa prevede nello specifico la delega fiscale approvata il 4 luglio 2023 alla Camera?
Cosa era stato previsto
La normativa a cui si riferiva Renzi era stata inserita all’interno dell’art. 16 della legge delega e prevedeva la possibilità di aumentare la riscossione coatta da parte dell’Agenzia delle Entrate attraverso la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei conti correnti. Se si va a guardare un pò meglio però, nel Codice Civile c’è una legge che permette ai creditori pubblici e privati di verificare quali siano i redditi del debitore attraverso l’Anagrafe dei conti correnti.
Indipendentemente da quanto previsto dalla legge delega quindi, i soggetti che hanno diritto ad effettuare il pignoramento di un conto corrente non possono conoscere il saldo del rapporto fiscale, di conseguenza il creditore non può avere questo dato se non dopo la comunicazione di avvenuto pignoramento da parte della banca. Detto in parole povere: qualsiasi creditore (anche l’Agenzia delle Entrate) non può accedere alle informazioni sul conto corrente del debitore e sul suo saldo.
I chiarimenti
Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, rassicura i contribuenti rimarcando che non ci sarà alcun prelievo forzoso sui loro conti correnti, e che quello a cui il Governo Meloni stava lavorando era la velocizzazione di un procedimento previsto dal Codice Civile. Quando un contribuente è un evasore accertato e non ha fatto ricorso, l’Agenzia delle Entrate chiede alla banca di operare il pignoramento presso terzi. Questo procedimento esiste già, e la velocizzazione risiede nelle risorse informatiche, che permettono di sapere immediatamente se il contribuente ha i soldi oppure no.
Se l’Agenzia delle Entrate può essere a conoscenza in anticipo del saldo del conto corrente, può evitare di avviare procedure di pignoramento infruttuose, mantenendo salde tutte le tutele già previste dalla normativa a protezione del debitore.
Niente prelievo forzoso
Con la modifica all’art. 16 approvata il 28 luglio quindi, si scongiura nella maniera più assoluta l’ipotesi del prelievo forzoso sul conto corrente del contribuente debitore. Quello che viene approvato è invece il potenziamento dell’attività di riscossione, che ora semplifica le procedure rispettando e tutelando comunque i singoli contribuenti, seppur debitori.
La modifica sostanziale è che si è passati da un’indicazione chiara di un “prelievo automatizzato” ad una più generica “semplificazione”. I nostri conti correnti sono salvi.