Ancora obblighi dalla Ue: non solo la ristrutturazione delle case, ora vengono imposti anche ulteriori cambiamenti molto costosi.
La rivoluzione Green procede spedita come sempre più incalzanti sono le direttive dell’Unione europea. Oltre a ristrutturare i nostri immobili dovremo fare cambiamenti molto costosi. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Una rivoluzione in nome della sostenibilità è certamente urgente. Ma per essere davvero sostenibile deve esserlo anche da un punto di vista economico oltreché ambientale. Mentre le modifiche che l’Unione europea ci chiede di fare, rischiano di mandare sul lastrico milioni di famiglie. Tanto più che i cambiamenti green arrivano in un momento in cui i tassi di interesse continuano a salire facendo, di conseguenza, aumentare le rate dei mutui.
Dall’anno scorso ad oggi le rate mensili dei mutui a tasso variabile sono salite del 44% e rispetto al 2021 l’incremento è stato addirittura del 64%. Quindi i tempi per diventare più Green stringono ma gli italiani sono sempre più poveri.
Rivoluzione Green: ecco la novità
Una rivoluzione fatta in nome dell’ambiente non può e non deve non tenere conto delle specificità di ogni territorio. L’Europa impone a tutti gli Stati membri le stesse tempistiche: ma per storia, arte e caratteristiche morfologiche siamo tutti diversi.
Stando alle direttive Ue, ormai tutti sappiamo che entro il 2030 tutti gli edifici dovranno essere di classe energetica E mentre entro il 2033 la classe energetica da raggiungere sarà la D. L’obiettivo è arrivare entro il 2050 ad avere edifici a zero emissioni. Già solo questi interventi di ristrutturazione comporteranno una spesa che oscillerà tra i 60mila euro per un appartamento di medie dimensioni e oltre 100mila euro per villette indipendenti. Saranno esenti da queste modifiche solo gli edifici storici, i luoghi di culto, gli edifici di valore artistico e le case delle vacanze.
Ma non è tutto perché nelle ultime settimane a queste direttive se ne sono aggiunte altre. Entro il 2029 dovranno scomparire le caldaie a gas mentre già tra un paio di anni dovremo abbandonare le cucine a gas per sostituirle con i piani di cottura a induzione che consumerebbero meno energia. C’è da aggiungere che i piani a induzione richiedono pentole e padelle specifiche: pertanto dovremo cambiare pure quelle.
E altri soldi dovremo spendere per sostituire i condizionatori, i frigoriferi, i forni, le lavatrici e le lavastoviglie con modelli nuovi e che consumino meno. Va da sé che molte famiglie non ce la faranno ad affrontare tutte queste spese. Del resto il Governo di Giorgia Meloni non può nemmeno continuare ad erogare bonus e Superbonus i quali vanno a svuotare le casse dello Stato e ad incrementare un debito pubblico già più alto. Il rischio, quindi, è che per lasciare un Pianeta meno inquinato alle future generazioni, lasceremo loro anche un debito pubblico pauroso e insanabile.