Sai che potresti essere affetto dal doomscrolling? Nessuno sa che cosa sia eppure nella maggior parte dei casi se ne soffre.
La nostra predisposizione a concentrarci sugli eventi negativi, la dipendenza da dispositivi digitali, la pressione sociale, la diffusione di notizie fuorvianti e la struttura delle piattaforme digitali contribuiscono tutti alla formazione di questa pratica distruttiva. Tutto questo prende il nome di doomscrolling e tutti potrebbero esserne già dipendenti o “colpiti”.
Che cos’è il doomscrolling?
Nell’era digitale, un fenomeno in rapida espansione sta catturando l’attenzione di molte persone: il “doomscrolling“. Questo termine, derivato dall’unione delle parole “doom” (rovina) e “scrolling” (scorrimento), descrive l’atto compulsivo di scorrere continuamente i contenuti negativi sui social media o sulle piattaforme di notizie. Sebbene questa pratica possa sembrare controintuitiva esiste una complessa serie di motivi che spiega il motivo per cui così tante persone ne siano affette.
In un’epoca in cui l’informazione è abbondante e immediatamente accessibile, il doomscrolling è alimentato da vari fattori psicologici e sociali. La tendenza umana a essere attratti dagli eventi negativi, che risale ai tempi antichi come un meccanismo di sopravvivenza, gioca un ruolo significativo. Gli esseri umani sono naturalmente predisposti a percepire minacce o pericoli, e questo istinto si riflette nella nostra attrazione verso notizie tragiche o allarmanti.
Inoltre, l’effetto della dipendenza da dispositivi digitali è un catalizzatore fondamentale del fenomeno. Le notifiche incessanti, la disponibilità costante di contenuti e l’approccio algoritmico delle piattaforme sociali creano un ciclo di gratificazione immediata che può essere difficile da interrompere. L’ansia da perdere informazioni rilevanti o importanti, spinge le persone a continuare a scorrere, anche quando la natura deprimente delle notizie sta avendo un impatto negativo sulla loro salute mentale.
Come si alimenta questo fenomeno moderno?
Il contesto sociale gioca un ruolo fondamentale nell’instaurarsi di questa pratica. Nel mondo iperconnesso di oggi, c’è una pressione implicita a rimanere informati su ciò che accade nel mondo e a partecipare alle conversazioni online. La paura di sentirsi esclusi da discussioni importanti o di non essere aggiornati sulle ultime novità spinge molte persone a immergersi nel doomscrolling, nonostante i suoi effetti dannosi.
La diffusione di notizie false o sensationalistiche è un ulteriore fattore che alimenta il doomscrolling. Le informazioni errate o fuorvianti possono scatenare paure irrazionali o ansie. Questo costringe le persone a cercare ulteriori dettagli per cercare di comprendere meglio la situazione. Questo ciclo vizioso di ricerca continua può portare a una profonda angoscia emotiva.
Non solo, infatti la natura stessa dei social media e delle piattaforme di notizie gioca un ruolo cruciale nel diffondere il doomscrolling. Gli algoritmi delle reti sociali sono progettati per mostrare contenuti che generano più interazioni, il che spesso include notizie negative o sensazionali. Questo meccanismo di feedback positivo rinforza l’abitudine di cercare e consumare continuamente contenuti negativi, poiché gli utenti vengono ricompensati con l’attenzione e l’interazione che cercano.