Ecco cos’è il passaporto di ristrutturazione e come funzionerà: ha come obiettivo case green con emissioni zero.
L’efficientamento energetico degli edifici è un argomento di estrema attualità, e l’Unione Europea vuole arrivare entro il 2050 alle case green, con emissioni zero. Per farlo nascerà il cosiddetto passaporto di ristrutturazione: ecco in cosa consiste.
Il passaporto di ristrutturazione è un nuovo documento digitale che tutti gli stati membri dell’Unione Europea dovranno adottare entro due anni a partire da ora, e che prevede un piano di misure da realizzare per aumentare l’efficientamento energetico degli edifici. Questo strumento è inserito nella cosiddetta direttiva case green, che ha come obiettivo quello di arrivare ad abitazioni con emissioni zero entro il 2050.
In poche parole, il passaporto di ristrutturazione è l’insieme di diverse attività di ristrutturazione cui viene sottoposto un edificio per migliorare la sua efficienza energetica. Sarà un tecnico a decidere quali interventi saranno necessari per ciascun caso, mentre quello che spetta agli Stati membri è creare delle condizioni che rendano economicamente accessibile la ristrutturazione anche a chi percepisce redditi bassi.
La direttiva case green è stata approvata lo scorso 12 marzo dal Parlamento europeo e attualmente è in attesa dell’ok definitivo del Consiglio europeo. Uno dei suoi obiettivi è arrivare a edifici con emissioni zero entro il 2050, e per farlo si appoggia sul passaporto di ristrutturazione, che viene definito come “una tabella di marcia su misura per la ristrutturazione profonda di un determinato edificio, in un numero massimo di fasi che ne miglioreranno sensibilmente la prestazione energetica”.
Secondo la direttiva, il passaporto potrà essere ottenuto da chiunque voglia fare lavori di ristrutturazione per l’efficientamento energetico, e a tal riguardo specifica che “gli Stati membri adottano misure per far sì che i passaporti di ristrutturazioni siano economicamente accessibili e valutano la possibilità di fornire sostegno finanziario alle famiglie vulnerabili che desiderano ristrutturare”.
Inoltre, gli Stati possono sviluppare per i proprietari una sorta di anteprima di come risulterà l’immobile dopo la ristrutturazione, e il passaporto dovrà essere conservato nel registro digitale degli edifici, ed essere accessibile per l’aggiornamento della documentazione. L’obiettivo di arrivare entro i prossimi 26 anni ad avere edifici con emissioni zero è sicuramente ambizioso, ma grazie a questo nuovo strumento l’Unione Europea vuole riaffermare il proprio impegno e chiedere agli Stati membri di fare lo stesso: l’efficientamento energetico può risolvere problemi climatici, economici e di circolarità non indifferenti, e tutta la popolazione europea ne beneficerebbe!