E’ possibile che l’INPS chieda di restituire la pensione già percepita? Se fai questo errore, sì. Ecco a cosa devi assolutamente fare attenzione.
Quello che sembra un incubo risulta essere una scomoda e spaventosa verità: se si commette un determinato tipo di errore, si rischia di dover restituire la pensione già percepita, all’INPS. Ecco in quale errore non bisogna assolutamente incappare.
Quella di restituire la pensione all’INPS, anche se già percepita, è una evenienza da non sottovalutare, perchè può capitare. Come? Commettendo un semplice errore. Infatti, se l’INPS si accorge di questo errore, può chiedere indietro fino a 12 mesi di pensione. Ma andiamo con ordine e vediamo insieme qual è l’errore da non fare per non dover restituire la propria pensione all’INPS.
L’errore si riferisce al divieto, per i pensionati, di cumulare i redditi da lavoro con i redditi derivanti dalla pensione. Questo è un errore che in tanti commettono, perchè, va detto, le misure che prevedono questo obbligo sono solo due, e spesso i pensionati non ne sono a conoscenza quando vanno in pensione.
Nello specifico, il divieto di cumulare i redditi da lavoro con i redditi da pensione vige solamente per la Quota 103 e per l’APE sociale. Così stando le cose, l’unico lavoro che si può svolgere mentre si è in pensione, per non rischiare di doverla restituire, è quello derivante da lavoro autonomo occasionale, e sempre nella misura massima di 5.000 all’anno. Se all’INPS non risulta il mantenimento di questo divieto, il pensionato rischia di dover restituire all’Istituto la pensione già percepita.
Volendo fare un esempio, se una persona va in pensione a 63 anni e 5 mesi con l’APE sociale o a 62 anni con la Quota 103, il beneficiario della pensione non può in alcun modo svolgere attività lavorative. L’alternativa, se si infrange la legge, è la restituzione della pensione in quanto questa non può essere cumulata con redditi da lavoro.
Per far capire come questo obbligo sia in realtà molto importante, vogliamo riportare un caso realmente accaduto ad un ex fornaio della Provincia di Trento. Il pensionato in questione era andato in pensione con la Quota 100, su cui vigeva già l’obbligo del divieto di cumulare i redditi da lavoro con quelli da pensione.
L’uomo, in pensione, nell’anno 2021 ha lavorato per 30 giorni presso una pescheria di un parente che cercava disperatamente una mano. Questo parente, ha pagato il pensionato con regolare paga, per un importo totale inferiore a 300 euro. Questo fatto è emerso all’INPS tramite la dichiarazione dei redditi dell’uomo, e ora questi dovrà restituire l’intera pensione percepita nello stesso anno in cui ha lavorato alla pescheria.
Sicuramente, quello che sembra ingiusto, in questo caso, è che l’INPS abbia chiesto la restituzione di ben 12 mesi di pensione all’uomo, visto che il lavoretto svolto era decisamente di poco conto. Purtroppo però, questa è la legge, e come sfortunatamente in molti imparano sulla propria pelle, la legge non ammette ignoranza. Ecco perchè è utile conoscere il divieto di cumulo dei redditi!