La disoccupazione può portare ad effetti devastanti sulla mente, come depressione e ansia. Ecco cosa succede.
Lavoro e sanità mentale
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno pensato che sarebbe bellissimo non fare nessun lavoro. La realtà dei fatti però ci dice che non è così salutare stare senza lavoro, perchè la disoccupazione è una condizione che può portare a gravi problemi per la nostra sanità mentale. Il lavoro infatti, oltre a garantire un’entrata economica fissa, è una fonte di benessere ed equilibrio psicofisico e sociale.
Gli effetti negativi della disoccupazione possono manifestarsi sia in persone che si ritrovano disoccupate dopo anni di lavoro, sia a persone che per la prima volta si approcciano al mondo lavorativo, senza però riuscire ad accedervi. Secondo l’APA (American Psychiatric Association), i rischi maggiori legati alla disoccupazione riguardano la depressione, l’ansia, uno scarso benessere psicologico e una bassa autostima.
Tutte le persone che soffrono di disturbi da disoccupazione attraversano più o meno le stesse fasi. Vediamole insieme.
Fasi dei disturbi da disoccupazione
Quando si viene a conoscenza che a breve si rimarrà disoccupati, la primissima reazione è, nella maggior parte dei casi, la perplessità, mista paura e scetticismo. Lo shock porta ad essere confusi e disorientati, e la sensazione di aver fallito è la prima che si instilla nella mente. Di conseguenza, si proverà un’incapacità a fare progetti per il futuro.
Successivamente c’è una fase di recupero, in cui si ha un ottimismo effimero e si pensa quasi di essere in vacanza e di godersi una meritata pausa dalle fatiche lavorative. In questa fase la disoccupazione non viene ancora percepita come una condizione reale, e si pensa che sarà solo temporanea. Se poco dopo si trova una nuova occupazione, ottimo, altrimenti le fasi continuano.
Dopo diversi rifiuti all’invio di cv e colloqui si inizia a capire che non si è in vacanza. A questo punto subentra il panico e arriva il pessimismo, con i primi sintomi di ansia, malinconia e irritabilità. Non sono da escludere anche disturbi psicofisiologici. In questa fase è fondamentale non essere soli e avere il supporto di amici e familiari.
La fase successiva è quella in cui si realizza di appartenere alla categoria dei “disoccupati” e si inizia a pensare in modo tragico e fatalistico, diminuendo anche la ricerca di lavoro perchè “tanto non si trova”. La disoccupazione a questo punto è vissuta come una sconfitta personale, e chi ne soffre può tendere ad isolarsi sempre di più, generando un conseguente senso di vergogna crescente nei confronti degli altri.
Gli effetti della disoccupazione
José Buendìa, Professore di Psicopatologia dell’Università di Murcia spiega che uno dei primi effetti della disoccupazione è la cosiddetta sindrome dell’invisibilità, in cui la persona si sente esclusa dal sistema economico-sociale e invisibile, appunto. Isolandosi dagli altri non è raro che subentrino depressione, tristezza e apatia, così come irascibilità, timore e ansia. Nei casi peggiori, si può finire per fare uso di droghe.