Identikit di un “boro” e di un “coatto”: la differenza c’è e si vede, soprattutto se a parlare è un romano! Scopri cosa significano i due termini.
Il dialetto romano si sa, è particolarmente colorito e ricco di espressioni fantasiose che hanno significati univoci solo a Roma, mentre nel resto d’Italia restano alquanto nebulosi e poco chiari. Che differenza c’è quindi tra un “boro” e un “coatto”?
Bori e coatti a Roma
Anche se i due termini vengono utilizzati più o meno come sinonimi in tutta Italia, e anche se non sono così diffusi e usati al di fuori di Roma e del Lazio, “boro” e “coatto” non sono sinonimi, ma definiscono invece due tipologie di persone ben diverse.
Nelle strade romane se ne incontrano in continuazione, sia di bori che di coatti, e quello che accomuna entrambi è il fatto che spiccano sulla folla per atteggiamento e modo di vestire, anche se, come vedremo a breve, ognuno ha le proprie caratteristiche ben distinte e inequivocabili.
Il boro
A Roma si definisce “boro” chi vive al di fuori del Grande Raccordo Anulare, pur rimanendo un abitante di Roma. Non importa da dove provenga, se dalla città, dalla campagna o dalla periferia, la caratteristica geografica che conta è il luogo di residenza: se abita “fuori dal GRA” è un boro.
Altra caratteristica del boro sono i modi rozzi e poco delicati. Indossa preferibilmente tute e vestiti sportivi e comodi, che mette in ogni situazione senza fare alcun tipo di distinzione. Se i pantaloni sono calati e larghi, ancora meglio! Colori sgargianti e fantasie particolari sono la ciliegina sulla torta di un outfit che si fa riconoscere ovunque vada.
Il coatto
“Coatto” è l’aggettivo che più viene addossato a un romano, anche a livello nazionale. Il “coatto de Roma”, al contrario del boro, non sopporta gli outfit sportivi, ma predilige sempre le camicie e i jeans, rigorosamente abbinati a capezze d’oro al collo, orecchini vistosi e braccialetti.
Il coatto è riconoscibile anche dall’automobile che guida: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di una Golf modificata che fa sgasare per le vie della città, lasciandosi un fastidioso rombo di motore alle spalle, che a lui però fa gonfiare il petto d’orgoglio.
Se per il boro la componente geografica era fondamentale ai fini dell’identificazione, per il coatto non lo è, ma la cosa più importante è che si faccia notare. Il coatto è un ostentatore, una persona a cui piace mostrare una facciata patinata di sè, mettendo in bella vista quello che possiede e, spesso, mostrando anche ciò che non possiede ma che sfoggia ugualmente.
Parlando di atteggiamento, il coatto non sa parlare a bassa voce, ma strilla e urla costantemente, proprio per farsi notare e non passare inosservato! I suoi modi possono sembrare maleducati, ma non lo sono necessariamente, il più delle volte è solo un’abitudine.
Carlo Verdone
Il personaggio che ha reso noto il termine “coatto” a livello mondiale è certamente Carlo Verdone con la sua interpretazione di Ivano in “Viaggi di nozze”. Dai suoi personaggi emerge una personalità che ricerca l’attenzione altrui con modi eccentrici e variopinti, senza filtri. Come non pensare all’espressione “O’ famo strano” quando si parla di coatti?!