Ottobre segnerà la data della fine dello smart working previsto a seguito della pandemia. Solo alcuni potranno continuare.

Quasi tutti ci siamo ormai abituati a una nuova tipologia di lavoro, quello da remoto, che consente ai dipendenti che ne hanno la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa. Una misura introdotta a causa della pandemia da Covid 19, ma che a ottobre decadrà. Dovremo tornare tutti in ufficio? Scopriamolo insieme
La fine dello smart working
Osannato da molti ma altrettanto detestato da altri, quello del lavoro da remoto è sempre stato un tema molto discusso. Un nuovo modo di lavorare che molte aziende hanno avuto modo di sperimentare per la prima volta a seguito della pandemia, che non ha permesso ai lavoratori di recarsi in ufficio.
E se c’è chi non vedeva l’ora di tornare alla “normalità” per lavorare a contatto con i colleghi, dall’altra parte c’è chi con il lavoro da casa ha scoperto un modo migliore di vivere, abbattendo costi e tempi per gli spostamenti, ad esempio.

La questione su quale tipologia di lavoro sia meglio, però, non ha importanza, in quanto il 30 settembre è l’ultimo giorno in cui lo smart working sarà attivo come previsto da provvedimento anti covid. Una misura che si era resa necessaria per la pandemia e che e aziende si sono trovate a dover accettare, ma che ad oggi non si rivela più indispensabile. Cosa succederà quindi? Si tornerà tutti al lavoro? La risposta è no, solo alcuni potranno beneficiare del lavoro da casa.
Chi potrà continuare a lavorare da remoto
Dal primo ottobre l’opzione dello smart working sarà esclusivamente a discrezione delle aziende o solo per le persone che ne abbiano necessità per motivi di salute.
Saranno dunque i datori di lavoro a decidere indipendentemente se l’azienda vorrà o meno aderire all’opzione dello smart working, fornendo ai dipendenti tutti gli strumenti tecnologici necessari per un corretto svolgimento del lavoro.

Oltre ciò, saranno agevolati i lavoratori del settore pubblico o privato considerati fragili, che potranno richiedere di lavorare da remoto anche qualora l’azienda non lo prevedesse, stipulando con essa un accordo scritto.
Inoltre è prevista una proroga fino al 31 dicembre per i lavoratori del settore privato che rientrino in determinate categorie. Nel dettaglio, dovranno avere a carico un figlio minore di 14 anni e non avere nel nucleo familiare un altro componente della famiglia che risulti beneficiario di strumenti a sostegno del reddito. La proroga è estesa anche a coloro che, dopo valutazione medica, siano considerati più a rischio di contagio da covid a causa di patologie pregresse o immunodepressione.