Alcuni lavoratori dipendenti hanno ricevuto stipendi più alti di 180 euro, ma non tutti: ecco chi sono i beneficiari.
Nel mese di febbraio questa categoria di lavoratori ha ricevuto uno stipendio più alto del solito, ed è grazie ad un bonus statale. Ecco di cosa si tratta e chi sono i beneficiari.
Gli interventi del Governo per aiutare le famiglie e i cittadini in maggiore difficoltà economica sono diversi, e per stare dietro a tutti a volte servirebbe una bussola. Tra i tanti, una specifica categoria di lavoratori ha ricevuto, nella busta paga di febbraio, un aumento dello stipendio di poche centinaia di euro, ma che rappresenta comunque un aiuto concreto. Si tratta di un bonus dedicato ad una categoria di lavoratori dipendenti che però, per essere riscosso, ha bisogno di essere richiesto.
Nello specifico, si tratta del cosiddetto “Bonus docente”, dedicato agli insegnanti e ai precari. La categoria degli insegnanti è da sempre stata un pò “dimenticata” dal Governo, ma con questo incentivo anche i professori, di ruolo e non, possono ricevere un aiuto statale per sostenere meglio le tantissime spese quotidiane e gli attuali rincari del costo della vita. Vediamo insieme come funziona e come fare richiesta per ottenerlo.
Attenzione però, fare domanda e ricevere il bonus non sono cose immediatamente legate, in quanto attualmente non sono infrequenti i ritardi nel pagamento da parte del Ministero. Ma andiamo con ordine e capiamo in cosa consiste questo Bonus per gli insegnanti di ruolo e per i precari.
Il Bonus docente è un incentivo che il Governo corrisponde agli insegnanti che ne fanno richiesta e che ammonta a 500 euro all’anno. Per i precari invece c’è la cosiddetta Retribuzione Professionale Docente, che invece consiste nel pagamento di 180 euro per ogni mese in cui si è lavorato. Anche questa è una richiesta che deve partire dall’interessato, ma purtroppo il Ministero non sta, attualmente, dando ai precari la quota prevista.
Proprio a causa degli ammanchi del Ministero, sono tanti i ricorsi degli insegnanti, e i tribunali stanno dando ragione ai professori, sentenziando che il Ministero paghi quanto dovuto in base ai singoli casi. Per esempio, il tribunale di Napoli ha recentemente condannato il Ministero a corrispondere ad un insegnante precario che ha presentato un ricorso, 1700 euro a titolo di Retribuzione Professionale non corrisposta ai docenti precari, che per la Carta Docente equivale a 6 mesi di lavoro.