Tasse, un’altra batosta in arrivo per gli italiani? La nuova ipotetica misura per tutti potrebbe rivelarsi un ulteriore peso sulle spalle dei contribuenti.
Il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha presentato un aggiornamento sul concordato preventivo biennale in un’intervista a Il Giornale. Quest’accordo, siglato tra liberi professionisti e piccole imprese con l’appoggio dello Stato, permetterà di congelare le imposte dei contribuenti per un periodo di due anni. Secondo quanto affermato, coloro che scelgono di aderire al concordato dovranno versare una somma predefinita a titolo di Irpef e Irap nei bienni 2024 e 2025. Se il loro reddito effettivo risulta notevolmente superiore a quanto stimato dall’amministrazione, non saranno richiesti ulteriori pagamenti.
Ma secondo l’opposizione e molti esperti del settore, c’è il timore che invece di incentivare la regolarizzazione delle entrate, questa iniziativa possa legittimare l’evasione fiscale.
Tasse, in arrivo un’altra batosta?
Il motivo del possibile aumento dell’evasione fiscale risiede nel fatto che, inizialmente, la bozza del concordato prevedeva che i 2,5 milioni di contribuenti soggetti agli Isa (Imprese in Semplificazione Amministrativa) dovessero raggiungere un punteggio fiscale di almeno 8. Questo criterio avrebbe limitato l’accesso al concordato al 45% delle libere professioni soggette agli indicatori, ovvero quelle considerate più affidabili, che nel 2022 hanno dichiarato in media al fisco 75.000 euro.
Ma nella versione finale del provvedimento, il governo ha eliminato questa restrizione. Ciò consentirà agli autonomi con punteggi inferiori alla sufficienza, che negli ultimi bilanci hanno riportato un reddito annuo medio inferiore a 25.000 euro, di beneficiare del concordato. Questa modifica ha suscitato diverse critiche: secondo l’opposizione e molti esperti, c’è il rischio che invece di agevolare la regolarizzazione delle entrate, la misura finisca per giustificare l’evasione fiscale.
Questa disputa riflette l’opinione diffusa tra coloro che temono che, attraverso questa via, l’evasione fiscale non solo non diminuirà, ma addirittura aumenterà, in quanto anche le persone considerate meno affidabili continueranno ad eludere il pagamento delle tasse.
Cosa dice il vice ministro Leo
Il vice ministro Leo ha dichiarato: “I controlli da soli non sono sufficienti“. Ma ha sottolineato che il concordato preventivo biennale è considerato un passo avanti positivo in termini di qualità: “Mi dispiace per le polemiche strumentali sulla validità del provvedimento, perché è a vantaggio sia dei contribuenti che dell’amministrazione finanziaria. I dati più recenti indicano che i controlli coinvolgono solo poche libere professioni ogni anno. E se guardiamo agli anni precedenti al Covid, che ha bloccato anche i controlli, le verifiche reali su liberi professionisti con un voto inferiore all’8 sono meno dell’1%. Quindi, i controlli da soli non bastano. Dobbiamo tendere la mano ai contribuenti per spingerli verso una maggiore adesione fiscale. Il concordato preventivo è una sfida importante: se riusciamo a ottenere un risultato significativo in termini di entrate, permettendo al contribuente di allinearsi gradualmente al reddito effettivo, avremo le risorse per ridurre ulteriormente l’onere dell’Irpef“.
Alla domanda se ciò non comporterà un allentamento nella lotta all’evasione, il vice ministro ha risposto che saranno inflessibili con coloro che commettono frodi o praticano comportamenti simulati.