Una proteina potrebbe prevenire il tumore al seno uccidendo le cellule malate prima che diventino cancerose: lo studio.
Uno studio potrebbe segnare la svolta nella lotta contro il tumore al seno, in quanto ha individuato una proteina che, uccidendo le cellule malate prima che diventino cancerose, potrebbe prevenire il tumore. Vediamo insieme di cosa si tratti e quali conseguenze potrebbe portare con sé questa scoperta.
Prevenire il tumore al seno
Uno studio, portato avanti da un team di ricerca guidato dal professor Gaorav Gupta del Dipartimento di Radioterapia Oncologica presso la Scuola di Medicina dell’Università Americana della North Carolina a Chapel Hill e membro del Lineberger Comprehensive Cancer Center (il centro di ricerca e trattamento oncologico dell’UNC), ha individuato nella proteina MRE11 la possibile chiave contro la lotta al tumore al seno. La ricerca, pubblicata su Nature, potrebbe rappresentare una vera e propria svolta!
La proteina MRE11 è un enzima presente nel nucleo delle cellule umane già noto alla scienza per essere in grado di riconoscere i danni al DNA. Quello che è emerso dallo studio però è la sua ulteriore capacità di sopprimere le cellule malate dopo averle individuate, impedendo che queste si sviluppino in tumore. Questa è una scoperta importantissima in quanto le cellule tumorali sono difficili da individuare per il sistema immunitario: essendo in grado di bloccare il “percorso cGAS-STING” (ossia quello che comunica al sistema immunitario un’anomalia nel DNA), riescono a sfuggire al rilevamento del sistema immunitario, il che permette al tumore di svilupparsi incontrollato.
Il team di ricercatori ha ipotizzato, partendo da un altro studio, che proprio la proteina MRE11 potesse essere in grado di “sbloccare” il cGAS, cosa che in effetti fa: da un lato riconosce e si lega al DNA danneggiato, dall’altro libera il cGAS dal blocco causato dalle cellule tumorali. MRE11 e cGAS insieme riescono poi a innescare la necroptosi, ossia una morte cellulare che attiva il sistema immunitario, che a sua volta elimina le cellule precancerose danneggiate, prevenendo di fatto che si sviluppino in cancro.
Le promesse future
Visto che questo studio ha individuato la proteina sulla quale concentrarsi, gli scienziati sono già pronti a lavorare sullo sviluppo di nuove metodologie che vadano proprio ad implementare la sua funzione per il nostro organismo. Proprio il professor Gupta infatti dice che “i risultati suggeriscono che la perdita di questo percorso possa essere ciò che consente alle cellule del cancro al seno di resistere ad alti livelli di danno al DNA senza essere riconosciute dal sistema immunitario […] e siamo molto interessati a identificare modi per riattivare questo percorso per trattare e potenzialmente anche prevenire lo sviluppo del cancro”.
Lo step successivo alla ricerca sarà la sperimentazione clinica, per cui Gupta e il suo team stanno già cercando pazienti. La sperimentazione osserverà la combinazione di radiazioni e immunoterapia per trattare alcuni tipi di tumore al seno, con lo scopo di identificare quali terapie riescono ad interagire meglio con l’azione combinata di MRE11 e cGAS-STING, sperando che i risultati vadano migliorando e che si possa finalmente riuscire ad arrivare ad uno scudo contro il tumore al seno.