Le vacanze in Italia sono troppo care, ecco perché tutti preferiscono recarsi direttamente all’estero: i dati parlano chiaro.
Le vacanze in Italia sono diventate proibitive non solo per i turisti stranieri ma anche per gli stessi italiani. I dati divulgati parlano chiaro e sembra proprio che le destinazioni preferite al momento siano quelle all’estero. Il perché di questa decisione è semplice: è tutto meno caro e si può godere di una vacanza di completo relax. Quali sono i dati e come si pensa di poter fare per il futuro?
Vacanze in Italia troppo care? I dati sconcertanti
L’anno estivo del 2023 non resterà nella memoria come quello dei flussi eccezionali: ciò non sarà attribuibile a un’elevata affluenza di visitatori stranieri, ma piuttosto all’esodo degli italiani verso l’estero, causato da un marcato aumento dei costi.
In effetti, sulla Penisola, la presenza di cittadini statunitensi, olandesi, nordici e polacchi ha raggiunto livelli considerevoli. Tuttavia, è importante evidenziare il movimento migratorio dei nostri connazionali fuori dall’Italia proprio durante la fase più “calda” dell’anno.
Sempre più persone, infatti, stanche delle tariffe in aumento, stanno optando per trascorrere le loro vacanze estive a costi più accessibili in luoghi come Montenegro, Albania, Grecia, Turchia, Tunisia ed Egitto. Oppure decidono di raggiungere destinazioni più remote come il Nord America, l’Africa, l’Estremo Oriente (con il Giappone in cima alla lista, grazie al basso costo dello yen) e l’Oceania.
Vacanze all’estero meno care? Gli italiani volano ovunque
Le informazioni recentemente divulgate dalle organizzazioni di settore indicano una diminuzione media delle prenotazioni del 20-25%. Secondo quanto riportato dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè, il mese di luglio “ha superato notevolmente le aspettative, superando persino i dati del 2019”.
Tuttavia, è soprattutto il mese di agosto a generare alcune preoccupazioni aggiuntive. Secondo la piattaforma Sojern, è possibile che si verifichino diminuzioni delle presenze fino al 30-33%, specialmente nell’Italia meridionale, che è tradizionalmente l’area trainante per l’intero settore.
La flessione non è dovuta alla diminuzione di un afflusso dei vari turisti, perché questo sarebbe un dato che ha registrato il +4% secondo i dati di Federturismo. Il calo è dovuto agli italiani che non passano più le loro vacanze in Italia e scappano letteralmente all’estero. Assoturismo ha evidenziato il fenomeno e secondo le stime presentate ci sono ben 800mila persone in meno sul territorio italiano nel mese di agosto.
La società di analisi STR ha messo l’accento sui rincari in Italia, gli aumenti registrati sono importanti soprattutto per quanto riguarda il pernottamento. Si parla infatti di un +12,3% rispetto al 2022.